Andrea Morricone è il figlio del Maestro Ennio Morricone omaggiato durante la cerimonia di consegna dei David di Donatello 2021. Un’occasione speciale per ricordare una delle icone mondiali della musica italiana: il geniale compositore è scomparso a luglio 2020 lasciando un vuoto incolmabile, ma lasciandosi delle opere e delle colonne sonore senza tempo. A ricordare sul palcoscenico dei David 2021 c’è il figlio Andrea con l’Orchestra Roma Sinfonietta in un best of di alcune delle musiche più belle del papà. Classe 1964, Andrea è il terzo figlio nato dall’amore tra Ennio Morricone e la moglie Maria, un amore che durava da più di 50 anni. Intervistato dal Corriere della Sera, il direttore e compositore ha parlato della morte del padre scomparso lo scorso 6 luglio 2020 a Roma.



“Sono state le complicazioni di un’operazione al femore. Era al Campus Biomedico di Trigoria, lo staff medico, eccezionale, ha messo a disposizione di mia madre e di noi figli delle stanze per essergli vicino fino all’ultimo” – ha detto il figlio di Ennio Morricone che ha poi condiviso alcuni ricordi con il suo papà.



Andrea Morricone e il ricordo del papà Ennio: “era unico”

“Ci univa lo svegliarsi all’alba, la passione per gli scacchi, che mi fece studiare con il campione italiano. Le partite con papà duravano 4 ore. Diceva che è come la musica, non sai dove vai a parare, e riuniscono le regole di Aristotele, tempo, luogo, azione” – ha detto Andrea Morricone che ha deciso di seguire le orme del padre. Parlando proprio di questa scelta ha confessato: “era contento benché mi ammonì sulle difficoltà. Gli dissi che avrei scritto anche colonne sonore, mi rispose: in bocca al lupo. Mi mandò a lezione da Irma Ravinale, l’insegnante più severa a Santa Cecilia. M rimproverava di essere dispersivo, dipingevo anche. Ma da tanto la musica mi occupa ogni giornata. Papà era orgoglioso che da ragazzo avessi scritto la melodia di Nuovo Cinema Paradiso lui aggiunse due accordi fondamentali per la lunga scena dei baci, che reiterò 5 volte. A 20 anni mi dicevo: spero un giorno di comporre come papà”.



Infine Andrea Morricone ha parlato anche dell’insegnamento lasciatogli dal padre: “la sua unicità, la poesia dietro lo sguardo severo, il non accontentarsi mai, il mettersi in discussione nell’arte, c’è sempre un modo di migliorarsi. Però scriveva musica velocissimo, e fino all’ultimo su carta. Ricordo i consigli preziosi sul modo di usare gli ottoni senza esporli come fa Ciajkovskij. Mai vissuto il peso del cognome, mi sono concentrato nel trovare un mio linguaggio musicale”.