Andrea Orlando, ministro del Lavoro, ha annunciato nelle scorse ore che l’indennità di malattia per i lavoratori, che, in seguito a un contatto con un malato Covid, sono obbligati alla quarantena, potrebbe presto fare il suo ritorno in scena: “Ne parleremo al prossimo Consiglio dei Ministri – ha asserito –. Penso che possiamo affrontare la questione e risolverla”. Il riferimento, come evidenziano i colleghi della testata “Il Giornale”, è alla comunicazione da parte dell’Inps, risalente allo scorso 6 agosto, che l’istituto non avrebbe più avuto la possibilità di farsi carico di questo riconoscimento economico per mancanza di fondi.
“Avevamo segnalato la questione nell’ultimo scostamento e, purtroppo, non si sono trovate tutte le risorse necessarie – ha confermato candidamente Orlando -. Io credo che nel frattempo siano maturate le condizioni perché alcune risorse impegnate in altre direzioni possano essere utilizzate in questo senso”. Il ministro ritiene insomma che ci possa essere una risposta su questa tematica particolarmente sentita a livello lavorativo “se tutto il governo sarà d’accordo: abbiamo una valutazione assolutamente favorevole a consentire che la quarantena sia considerata una malattia e che non gravi sui lavoratori e sulle imprese”.
ANDREA ORLANDO: “IN ITALIA SI PUÒ LICENZIARE CON WHATSAPP”
Dal palco della Festa dell’Unità, Orlando ha nuovamente avviato una polemica nei confronti del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, imperniata sul decreto legge anti-delocalizzazioni, in fase di elaborazione. “Purtroppo in Italia si può licenziare con WhatsApp e non lo dico io, ma due sentenze di due Corti di appello diverse, che dicono che per formalizzare una procedura di licenziamento è sufficiente fare arrivare una notifica di carattere telematico”, ha affermato amaramente il ministro.
Si tratta di una questione che quest’ultimo ha definito di carattere sostanziale: “Se io chiudo e me ne vado e faccio trovare la serranda chiusa, creo un problema a un territorio. Con un po’ di tempo e con un confronto, invece, ci si può anche organizzarsi e limitare i danni. Nessuno vuole sanzionare chi se ne vuole andare, siamo in una società di mercato e nessuno è contro la libertà di impresa, ma il punto è come te ne vai”.