Maurizio Fugatti, presidente della provincia autonoma di Trento, intervistato stamane da Mattino Cinque News, sulla morte di Andrea Papi per mano dell’orso JJ4: “E’ deciso, questo esemplare va abbattuto, così come abbiamo abbattuto altri due esemplari che si erano resi pericolosi arrivando anche ad aggredire le persone. Uno di questi due è MJ5”. E ancora: “Come abbiamo convenuto con il ministro Pichetto occorre riportare il progetto alla sua originalità. Il progetto di fine anni ’90 prevedeva il ripopolamento dell’arco alpino, per poi spostarsi su altri territori. Oggi siamo a più di 100 esemplari ma dal Trentino gli orsi non si muovono”.



Il presidente della provincia autonoma del Trento ha aggiunto: “Di fronte ad un orso pericoloso per l’incolumità pubblica, due anni fa avevo chiesto di abbattere l’animale, poi ho emesso una seconda ordinanza che ha trasformato l’abbattimento in cattura, ma sono state bocciate entrambe dal consiglio di stato e tar. Abbiamo continuato a segnalare alle autorità competenti i rischi di quest’orsa, lo abbiamo fatto per 3 volte, ci è sempre stato detto che la cattura non era necessaria e siamo arrivati ai fatti di questi giorni”. Quindi ha proseguito: “La mamma di Andrea Papi chiede giustizia per suo figlio, credo che ogni parola di questi genitori sia umanamente comprensibile e difficilmente contestabile”.



MAURIZIO FUGATTI: “ABBATTEREMO L’ORSO, VERSO IL TRENTINO CRITICHE INGIUSTE”

“Stiamo ricevendo tante critiche nella decisione di abbattere questo orso – ha proseguito Fugatti – il mondo ambientalista lo troviamo nelle trsmissioni tv ed è pronto a criticare il Trentino per questa decisione: loro vogliono accogliere l’orso e noi abbiamo replicato dicendo che abbiamo ben 70 orsi da accogliere. Comunque abbatteremo JJ4, questo lo faremo. Fino ad ora si è messo il benessere dell’animale prima di quello delle persone ma il fatto accaduto è il punto di non ritorno: prima ci sono le persone e poi gli animali”.



Quindi Fugatti ha concluso: “Gli orsi del Trentino sono diversi da quelli abruzzesi, questi ultimi sono più pacifici per una questione genetica diciamo così. Noi viviamo in montagna, non è tutto regolato, si è sempre vissuto così e vogliamo continuare a vivere così, non possiamo mettere delle regole come nelle città con i semafori e la ZTL”.