Fresco e scoppiettante, il disco si apre sulle note magari già sentite da qualche parte in qualche disco di De Gregori, grande amore di Parodi, ma è il suono a fare la differenza. Nessuno mai in Italia si è potuto permettere un cast di musicisti come quello che appare in questo disco: Larry Campbell (chitarrista di, fra gli altri, Bob Dylan e Levon Helm); David Grissom (Joe Ely e John Mellencamp); Carrie Rodriguez, Steve Wickham dei Waterboys e Scarlet Rivera (il Bob Dylan zingaro di Desire) al violino; Joel Guzman, produttore, tastiere e fisarmonica; David Immergluck (Counting Crows), David Bromberg. E le voci di Joe Ely, James McMurtry, Greg Brown, Sarah Lee Guthrie, Ryan Bingham che si alternano nell’unico brano in inglese, Where the wild horses run. In realtà ci sono altri autori di canzoni italiani che si sono permessi il lusso di avere ospiti di livello internazionale nei loro dischi, ma lì si trattava di meri investimenti economici.
Andrea Parodi, una carriera discografica discreta lunga vent’anni di cui questo Zabala è solo il quarto episodio (includendo il “supergruppo dei Barnetti Bros con Massimo Bubola, Jono Manson, Max La Rocca), invece ha invitato amici conosciuti nei tanti anni di viaggi e di musica, come cantautore e come organizzatore di eventi musicali e tour di tanti di loro.
Buon anno fratello, traccia iniziale a cui segue Elijah quando parla sono dunque due classiche ballate rock in cui spicca lancinante e fendente la splendida chitarra di Grissom e un fondo vellutato tessuto dall’Hammond di Joel Guzman.
In Il piano del Signore risplendono la pedal steel e il violino di Larry Campbell insieme alle armonie vocali della moglie Teresa Williams, un brano dylaniano che nel testo rimanda a quelle storie southern gothic tanto care a Flannery O’Connor. Perché Parodi ha il gusto per le storie letterarie, anche cinematografiche, tratteggiate con classe e brillantezza, cosa che emerge soprattutto nell’epica Where the wild horses run: “La storia racconta che Billy the Kid fu ucciso a Fort Sumner il 13 luglio 1881 per mano di Pat Garrett. Un mese dopo un tale di nome John Miller si sposò con una donna messicana a Las Vegas, New Mexico. Chi lo vide quel giorno, compreso il prete che lo sposò, giurò che fosse Billy the Kid. Tempo dopo, il fiume Pecos esondò straripando nel cimitero di Santa Fe dove era sepolto Billy the Kid e il suo corpo non fu mai trovato” dice Parodi.
In Gabriela Y Chava Moreno, così come in C’è fa capolino il border fra Texas e Messico. Il primo è un valzerone toccante, la seconda un trionfo di colori, una irresistibile fiesta scatenata con i fiati di Raffaele Koehler e Luciano Macchia a invitare tutti a ballare.
Altro omaggio a un cantautore amato è Brasile, in cui Fabrizio De André viene evocato in modo delicato, concludendo tutto con la deliziosa Ninna nanna del maggio, con apertura corale, da cantare nel portico di una vecchia cascina.
Tanti ancora i musicisti anche italiani che prendono parte a questo dipinto dai tanti colori, destinati a restare nella storia delle operazioni musicali italiane più coraggiose, come Paolo Ercoli (doro); Claudia Bozzetti (voce); Radoslav Lorkovic (piano); David Carrol (basso); Brannon Temple (batteria); Alex Kid Gariqazzo (voce e chitarra); Bocephus King
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