Andrea Piazzolla: “Non mi aspettavo di essere nel testamento”
Andrea Piazzolla non si aspettava di essere citato nel testamento di Gina Lollobrigida, almeno secondo quanto raccontato al Corriere della Sera: “È un argomento al quale non ho mai voluto partecipare. Non ho mai creduto che potesse accadere che Gina se ne andasse. Anche adesso non l’ho mai realizzato, spero ancora di ritrovarmela da qualche parte”. Con i soldi che Gina ha lasciato al suo assistente e amico, lui ha intenzione di onorare la sua memoria. “La parte patrimoniale deve essere messa a disposizione del Trust, l’ho sempre detto dopo la sua scomparsa: se mai mi avesse lasciato qualcosa, l’avrei utilizzata per realizzare i suoi desideri. Ho avuto il piacere di stare vicino in questi ultimi dodici anni. Anzi: lei mi ha onorato di starle vicino”.
Andrea Piazzolla: “Lollobrigida in perfetta forma, mai circuita”
Andrea Piazzolla, assistente di Gina Lollobrigida per la quale il suo factotum era come una sorta di figlio, ha parlato ai microfoni di Storie Italiane. A lui va il 50% del patrimonio dell’attrice: “Non ho ancora realizzato nulla di quello che ho successo. Sentir parlare di testamento mi dà anche un po’ nausea. Lei desiderava non lasciar nulla al figlio e lei stava attuando questo piano. Gina diceva sempre ‘Quello che rimane, se è zero, è zero’. Lei non voleva lasciare cose a Milko, l’ha sempre detto a tutti, apertamente. Dietro l’asta c’era lei, voleva vendere le sue cose“.
Piazzolla, infatti, è stato accusato di circonvenzione di incapace e di aver messo all’asta i beni della Lollo. Lui si è difeso dalle accuse così: “Era in perfetta forma. Ci sono tante prove che io non l’abbia circuita, le tirerò fuori a processo. Io non c’entro nulla con questo e con la volontà di Gina“. “Per Gina era importante preservare le opere d’arte, le strutture, le fotografie… Quelle sono fuori dal testamento”, ha spiegato ancora l’assistente.
Piazzolla: “Gina voleva vendere all’asta le sue cose”
Parlando ancora delle aste e delle accuse a suo carico, Andrea Piazzolla ha spiegato a Storie Italiane: “La signora Lollobrigida aveva dei desideri di fare delle cose, vedeva un’invadenza della sua vita privata. Sono tranquillo e sereno, non ho messo all’asta nulla di Gina. All’asta erano circa 150 oggetti, mentre in deposito ce n’erano 2-3000. Lei non desiderava vendere tutto insieme ma man man disfarsi delle cose per non lasciare nulla al figlio. Il catalogo d’asta riportava la volontà della signora Lollobrigida che quando è stata sentita dal PM non si è sentita di raccontare le sue cose”.
Ingroia, avvocato dell’attrice, ha confermato la versione: “La signora Lollobrigida era più schietta e sincera di fronte ad una telecamera che di fronte al giudice. Lei me l’ha detto più volte: ogni atto giudiziario al quale doveva partecipare lo vedeva come una violenza nei suoi confronti. Questo era già successo quando era stata chiamata davanti al giudice per l’amministratore di sostegno. Lei nella veste di parte processuale non si sentiva a suo agio e spesso fuggiva alle domande. Era nella sua natura e nella sua indole”