Andrea Piazzolla, intervistato da Diva e Donna, racconta il legame decennale con Gina Lollobrigida. Dell’attrice è non solo manager ma anche confidente. Ma ora su di lui pende una richiesta di rinvio a giudizio: è accusato di aver raggirato la diva riducendole il patrimonio, “Tutto falso! Ho fiducia nella giustizia”, si sfoga il 31enne. “Voglio bene a Gina, mi ha insegnato tanto e per me è come una nonna. Vivo con lei, ma sono fidanzato con Adriana: è una anestesista che fra l’altro conosce bene anche Gina, la adoro. È siciliana ma vive e lavora a Roma”. Per lui quindi, la mitica star italiana è come una maestra di vita “mi ha insegnato tanto, devo tutto a lei. Le sono riconoscente: come? Dandole il mio tempo, offrendole la giacca quando ha freddo e anche prendendola in braccio quando è stanca. Ha presente il film Quasi amici? Ecco, è quello il nostro rapporto; non certo una relazione di altro tipo”.



Andrea Piazzolla, manager di Gina Lollobrigida rinviato a giudizio

Andrea Piazzolla ha conosciuto Gina Lollobrigida dieci anni fa al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro “perché collaboravo con persone che lavoravano lì. Gina è un mito, un artista che rappresenta l’Italia nel mondo, non ha un carattere facile, è forte, e ogni giorno con lei è un grande insegnamento. Senza che lei chieda niente, è spontaneo volerle bene, lo poi ho le mie cose di cui occuparmi, ma la priorità ce l’ha lei come una nonna. Vivo con Gina, quando ha avuto bisogno io ero lì. L’ho aiutata in diverse situazioni, perché questa è la mia indole. Credo di essere stato fortunato nella vita e quando si può, si deve aiutare il prossimo”. L’attrice è stata aiutata da lui in molteplici situazioni: un esempio? Se il matrimonio con Javier Rigau è stato riconosciuto nullo, lo si deve a lui. “Proprio di recente il Papa l’ha dichiarato inesistente, è perché l’ho aiutata io”, afferma compiaciuto. Per lei è stato chiesto il rinvio a giudizio: come vive queste accuse? “Non ho fatto nulla di quello che dicono. Il giorno in cui sono stato interrogato per tre ore è stato molto prezioso perché ho avuto l’opportunità di raccontare e spiegare. Non è giusto far passare Gina per quella che non ci sta con la testa. Tutta questa storia mi ha insegnato a tirare fuori il carattere, ad apprezzare la vita il nostro tempo è limitato. Gina per fortuna sta bene e chi ha modo di conoscerla lo sa. Il resto è secondario. Ho grandissimo rispetto e massima fiducia nel lavoro della magistratura e del mio avvocato”.

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