Il ciclista Andrea Piccolo è stato licenziato in tronco dalla sua squadra, la EF Education-EasyPost, dopo essere stato trovato a una dogana aeroportuale in possesso di alcune confezioni dell’ormone della crescita, una sostanza come riportato dal Corriere della Sera da tempo vietata nel mondo dello sport. La sematotropina, questa la sua denominazione ufficiale, infatti, aumenta notevolmente la massa muscolare di chi la assume, stimolando allo stesso tempo la riduzione del grasso in eccesso.



Non era la prima volta che il ventitreenne milanese andava incontro a guai di questo genere, dato che a marzo scorso era stato sospeso senza stipendio dalle competizioni poiché aveva assunto dei farmaci per la stimolazione del sonno. Essi non sono proibiti, ma ciò era avvenuto senza darne comunicazione al medico sociale e di conseguenza violando il regolamento interno alla squadra. Adesso i nuovi problemi, che hanno portato al licenziamento definitivo e che probabilmente mettono adesso a rischio l’intera sua carriera.



Andrea Piccolo e l’ormone della crescita: l’ammissione

La carriera del ciclista Andrea Piccolo d’altronde finora ha avuto molti più bassi che alti, sebbene fosse uno dei talenti italiani più promettenti per questo sport. Le sue parentesi, per cause spesso mai illustrate pubblicamente, sono sempre state infatti molto brevi: in ordine Astana, Gazprom, Drone-Hopper Androni e infine EF Education-EasyPost, quest’ultima chiusa nel peggiore dei modi. Per quel che riguarda i prossimi passi, ci sono pochissime certezze. Domani sicuramente l’atleta non si presenterà ai Campionati italiani Assoluti di Firenze, dove era atteso. Sarà piuttosto chiamato presto ad affrontare un procedimento penale quasi certo, data la gravità del comportamento.



Intanto, secondo alcune indiscrezioni, il ventitreenne milanese avrebbe ammesso le sue colpe al team manager di Ef Vaughters, rivelando di aver portato quattro confezioni dell’ormone della crescita dalla Colombia all’Italia. “Ho già perso tutto e ne sono consapevole”, queste sarebbero state le sue parole.