Andrea Piscitelli, fratello del defunto Fabrizio detto Diabolik, l’ultras trafficante di droga assassinato nel 2020, è stato condannato in primo grado a venti mesi di carcere per maltrattamenti e minacce in famiglia. La denuncia era stata fatta dalla moglie, che aveva trovato il coraggio di allontanarsi da casa con i suoi due figli, dopo anni di violenze subite ed abusi, innescati anche a causa dei problemi di tossicodipendenza e alcolismo di entrambi. Dalle testimonianze emerse a processo, riportate sul Corriere della Sera, emergono alcuni episodi particolarmente cruciali per la sentenza, tra i quali minacce con un coltello e frequenti percosse.



Un dramma familiare che è stato definito dai giudici come un vero e proprio “Inferno domestico”, come hanno confermato anche i figli di Andrea Piscitelli: “Papà tornava a casa ubriaco e picchiava mamma“. In tribunale, il maggiore ha raccontato anche di essere dovuto intervenire varie volte per cercare di placare i litigi che finivano sempre con insulti e botte: “Mi sento responsabile, a nove anni ho tolto dalle mani di mio padre un coltello con cui voleva accoltellare mia madre”.



Andrea Piscitelli, fratello di Diabolik condannato a 20 mesi, i figli: “Tornava ubriaco e picchiava mamma”

La moglie di Andrea Piscitelli, nel processo che si è concluso con una condanna per il marito a soli 20 mesi, grazie alla prescrizione, ha testimoniato raccontando tutti gli abusi subiti negli anni, che vanno dal 2015 al 2017, prima di aver denunciato la grave situazione. “Mio figlio mi ha salvato la vita”, ha raccontato, in particolare riferendosi alle minacce con un coltello da cucina. Ma anche la sorella di Andrea e Fabrizio “Diabolik”, Angela, sentita come testimone, ha confermato il rapporto particolarmente conflittuale tra i due coniugi, per via dell’abuso di cocaina, e a causa del quale avrebbero trascurato in passato anche i due figli.



Andrea Piscitelli ha già diversi precedenti penali a carico, tra i quali anche il mancato versamento degli assegni familiari, per il quale è stato già condannato. Oltre all’arresto, avvenuto nel 2022, quando il 52enne romano venne trovato in seguito ad un controllo, con una pistola detenuta illegalmente. La Beretta poi risultò essere ricercata dal 1999.