Andrea Pizzocolo è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Lavinia Ailoaiei, una prostituta 18enne trovata senza vita, nuda, vicino a un campo di granturco nel territorio di San Martino in Strada, in provincia di Lodi. Il delitto è avvenuto il 7 settembre 2013, al culmine di alcuni incontri intimi tra killer e vittima. Ma chi è Andrea Pizzocolo e qual è la ricostruzione del brutale crimine di cui si è macchiato?
Andrea Pizzocolo, prima di essere coinvolto nell’inchiesta sul caso di Lavinia Ailoaiei e confessare di averla uccisa, era un uomo apparentemente comune. Professione ragioniere, originario di Arese (Milano), all’epoca dei fatti aveva una compagna ed era già padre di una bimba. Secondo quanto emerso in sede investigativa, Andrea Pizzocolo avrebbe strangolato Lavinia Ailoaiei nella stanza di un motel con delle fascette autobloccanti da elettricista, avrebbe filmato tutto e avrebbe abusato del cadavere.
Chi è Andrea Pizzocolo condannato per l’omicidio di Lavinia Ailoaiei
Secondo il racconto di Andrea Pizzocolo in aula, durante il processo in Corte d’Assise a Busto Arsizio, tutto sarebbe nato per caso e non avrebbe premeditato l’omicidio. “Non so cosa sia successo, non ho la più pallida idea di come sia potuto accadere un fatto del genere e chiedo perdono a tutti, alla mia famiglia e a quella di Lavinia soprattutto“. I giudici di primo grado lo hanno condannato al fine pena mai, con isolamento diurno per un anno, pena confermata poi in appello e infine in Cassazione.
Stando alla ricostruzione degli inquirenti, Andrea Pizzocolo aveva una doppia vita: dietro quella di ragioniere insospettabile, tutto casa e lavoro, si celava la storia di un uomo dissoluto e assiduo frequentatore di motel e prostitute. “Non ho mai avuto una relazione extraconiugale che non fosse a pagamento“, la sua ammissione in tribunale.
Lavinia Ailoaiei strangolata con delle fascette, poi la violenza sessuale post mortem: l’omicidio e la necrofilia
Durante il processo a carico di Andrea Pizzocolo, i poliziotti intervenuti nelle indagini sulla morte di Lavinia Ailoaiei hanno ricalcato quanto emerso dall’attività investigativa. A dare un decisivo impulso, le immagini che lo stesso Pizzocolo aveva registrato dentro la stanza di motel in cui si è consumato il delitto. “La ragazza si era trovata con lui già la notte del 6 (giorno precedente all’omicidio, ndr), a casa di Pizzocolo perché in quella circostanza lui non aveva in casa la famiglia: moglie e figlia erano in vacanza. Quindi ha fatto venire Lavinia nella sua abitazione. Ci sono le riprese dove lui armeggia con la stessa fascetta, ma non succede nulla, dopodiché si sente, nei dialoghi, che già prende accordo con lei per rivedersi la sera successiva in un motel”.
Gli investigatori avrebbero scoperto a casa di Andrea Pizzocolo una raccolta di filmati delle violenze che, nel tempo, avrebbe inflitto a diverse prostitute contattate online e poi incontrate sempre in strutture ricettive del Milanese. Video che sarebbero il frutto delle riprese fatte dallo stesso assassino di Lavinia Ailoaiei con delle telecamere nascoste, di volta in volta, nelle stanze che usava per gli incontri. Tra questi, il filmato dell’omicidio della 18enne e dell’atto di necrofilia: Pizzocolo avrebbe concluso la sua azione con una violenza sessuale post mortem. A mettere gli investigatori sulle tracce del killer era stato un asciugamano: ritrovato sul volto della 18enne Lavinia Ailoaiei uccisa, portava impresso il logo del motel in cui si sarebbe consumato l’orrore. L’accertamento sui clienti che avevano avuto accesso a quella struttura portò a stringere il cerchio intorno a Pizzocolo, reo confesso dopo l’arresto.