Nella puntata di questa sera della trasmissione ‘Detectives – Casi risolti e irrisolti’ si parlerà del terribile (ed inquietante) caso del ragioniere Andrea Pizzocolo che divenne tristemente famoso – o famigerato – nell’inverno del 2013 quando venne presto ricollegato alla morte di una 18enne trovata abbandonata in un campo e iniziò a farsi strada l’ipotesi che potesse trattarsi di un vero e proprio serial killer, forse (ma ovviamente questa tesi nel frattempo è stata smentita) collegato anche alla morte – in quel momento senza piste – di Yara Gambirasio.
Prima di arrivare alle strane perversioni di Andrea Pizzocolo – e soprattutto alla ragione per cui oggi si trova in carcere condannato all’ergastolo – vale la pena fare un passetto indietro per inquadrare la figura del killer, al tempo descritto da tutti come un normalissimo ragioniere di Arese che conduceva una vita del tutto tranquilla con sua moglie e una figlia nata appena 5 anni prima dei fatti di cui parleremo; mentre la sua vittima era una 18enne moldava di ‘professione’ prostituta, arrivata in Italia all’età di 16 anni e subito finita in un circolo vizioso che si rivelerà – purtroppo – letale: si chiamava Lavinia Simona Ailoaiei, ma tutti – incluso Andrea Pizzocolo – chiamavano ‘Dora’.
Il caso di Andrea Pizzocolo: l’insospettabile ragioniere che uccise una 18enne e stuprò il suo corpo
Per parlare di Andrea Pizzocolo dobbiamo partire dal 7 settembre 2013 quando il corpo senza vita di Dora venne trovato in un campo poco distante da dove – nel 2010 – venne trovato anche quello di Yara Gambirasio: a differenza della ginnasta, la 18enne moldava era completamente nuda, fatta eccezione per delle fascette elettriche che le stringevano il collo e una tovaglietta bianca che le copriva solamente gli occhi: grazie a questa nell’arco di una manciata di ore gli inquirenti risalirono ad un motel poco distante e grazie ad una traccia di DNA in 12 ore furono già addosso al ragioniere Andrea Pizzocolo.
Lui – da programma – nega tutto e di dice assolutamente estraneo ai fatti, ma nella sua macchina viene trovato un hard disk con un solo file: il contenuto lascia esterrefatti gli inquirenti, costretti ad assistere a tre ore di atti sessuali violenti e torture di ogni tipo operate dallo stesso Andrea Pizzocolo ai danni di Dora fino al ‘climax’ in cui la strangola servendosi proprio delle fascette. Il video cambia location – e torniamo al motel da cui siamo partiti – e questa volta mostra l’insospettabile ragioniere che si intrattiene con il corpo senza vita della 18enne per alcune ore; il tutto prima di addormentarsi beato e abbandonare (l’indomani) il corpo nel campo.
Un caso giudiziario – quello di Andrea Pizzocolo – perfettamente cristallizzato in tre ore di video che non lasciano alcun dubbio ad inquirenti e giudici, soprattutto unitamente ad un enorme numero di riprese simili trovate nella sua abitazione, tutte con protagoniste donne giovanissime e che in nessun caso – fortunatamente – lasciano intendere altri omicidi; ma nel frattempo l’insospettabile e tranquillo Andrea Pizzocolo è già diventato un mostro, per molti un serial killer e a processo non serviranno a nulla le giustificazioni dei suoi legali – tentarono la via dell’infermità mentale e dell’abuso da droghe – per sottrarre il ragioniere dall’ergastolo.