Il Consiglio Europeo ha dato il via libera al regolamento sullo stop delle auto a benzina e diesel, proseguendo nella via verso la transizione verso l’elettrico. Sono ancora tante, però, le fake news riguardo le auto elettriche. Andrea Prato, dg di Albatros ed ex assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna, ne ha parlato a Il Giornale. In primis, l’elettrico non fa male all’ambiente e non inquina: “L’auto elettrica avrà un impatto positivo sul clima, non sarà a zero emissioni ma sarà di gran lunga inferiore a quello dei veicoli a combustione interna. Lo smaltimento delle batterie non è più un problema come da tempo si è dimostrato anche per i pannelli solari e le pale eoliche che si riciclano come minimo al 90%”.
Secondo l’esperto, non saremo costretti a cambiare l’auto nel 2035: “I proprietari di automobili con motorizzazione diesel o benzina potranno continuare ad utilizzarle senza problemi, potranno cederle a terzi se usata. Il parco circolante italiano oggi ha 12 anni, con questi dati la transizione, se partisse nel 2035 si completerebbe presumibilmente nel 2047. Sembra cosi difficile adeguarsi?”.
Auto elettriche più care: “Prezzo destinato a scendere”
Le auto elettriche sono più care: il via libera sullo stop delle macchine a benzina e diesel penalizzerà i ceti più bassi. Non ha dubbi Andrea Prato: “I modelli più venduti a motore endotermico, a differenza di quelli EV, hanno costi elevati di ammortamento su ogni singolo veicolo. Il prezzo delle auto elettriche è destinato a scendere velocemente perché i loro motori sono molto più economici, nel 2023 è previsto il punto di pareggio, mentre su alcune auto di lusso la EV è già più economica. Inoltre, per percorrere 100 km con i combustibili fossili a 120 km/h occorrono circa 11 euro, mentre con il motore elettrico si spendono 6 euro alle colonnine di ricarica fast e 3,5 euro per la ricarica domestica”.
Un’altra fake news da sfatare è quella sui gravi danni ambientali provocati dalla costruzione delle auto elettriche: “Per utilizzare le fonti fossili si consumano immense quantità di beni preziosi che deprivano il pianeta e se si mettessero a confronto le quantità di materie prime utilizzate per costruire una batteria, un’auto, un pannello fotovoltaico o una pala eolica con quelle necessarie ad un’auto a benzina o una centrale a gas o a carbone il bilancio sarebbe totalmente a favore delle rinnovabili. La prima categoria di prodotti smette praticamente di consumare risorse una volta costruita, mentre la seconda brucia letteralmente quantità ingenti anche dopo essere stata costruita. Le fonti fossili prelevano dal sottosuolo decine di miliardi di tonnellate fra petrolio, carbone e gas, mentre le fonti rinnovabili estraggono “solo” alcuni milioni di tonnellate, ben 2,5 mila volte in meno”.