E’ purtroppo morto il giovane 19enne di Perugia, Andrea Prospero: il ragazzo era sparito dal 24 gennaio scorso ed è stato rinvenuto in un appartamento del centro storico, vicino allo studentato dove lo stesso alloggiava, a 150 metri da dove era stato visto l’ultima volta, una telecamera di sorveglianza che lo aveva ripreso.
Lo studente originario di Lanciano è stato rinvenuto con vicino delle scatole di medicinali, forse utilizzati per farla finita, e il cadavere è stato trovato in avanzato stato di decomposizione, di conseguenza è probabile che Andrea sia morto subito dopo la sparizione. Quel monolocale era stato preso in affitto dal ragazzo, un affitto breve: perchè decidere di affittarlo? Come lo avrebbe pagato? E infine, chi ha fornito quei farmaci al ragazzo? Tutte domande a cui bisognerà dare risposte, con la famiglia che attende ovviamente di sapere la verità.
ANDREA PROSPERO TROVATO MORTO: QUALCOSA NON QUADRA
Vito Francesco Paglia, inviato del programma di Rai Uno, Storie Italiane aggiunge: “Ci sono delle cose che ancora non quadrano. Andrea Prospero aveva preso in affitto questo locale da 15 giorni. Lui ha speso circa 1.000 euro per prendere questo affitto, possibile che nessuno ha segnalato questa registrazione? Domande che sono al vaglio della procura di Perugia ma il sospetto è che il tutto sia premeditato. Ci sono una serie di indagini che dovranno acclarare diverse cose, a cominciare dall’esame autoptico”.
“Andrea Prospero è stato trovato accasciato su un fianco, una posizione anomala: è stato un gesto del ragazzo o un malore? Bisognerà capire se i blister trovati siano la causa del decesso ed inoltre sono stati trovati accanto a lui tre smartphone fra cui quello principale che non funzionava da giorni, ma altri due telefoni: come mai? Aveva paura?”. Lo psichiatra Mendolicchio, in collegamento con Storie Italiane, commenta: “Questo evento mi rattrista e getta sempre quel velo di angoscia quando si viene a sapere che una giovane vita si spezza in maniera volontaria.
ANDREA PROSPERO TROVATO MORTO: LE PAROLE DELLO PSICHIATRA MENDOLICCHIO
Mendolicchio aggiunge: “C’erano già gli elementi per questo epilogo, questo ragazzo aveva pianificato questa cosa, aveva comprato i farmaci, si era preparato. Era un momento di vita molto particolare, aveva cambiato la città, stava per sostenere il primo esame, e poi c’era un carico emotivo molto particolare, ora bisognerà capire la storia di questo ragazzo, probabilmente l’ennesima storia di un disagio non capito e non colto e probabilmente non è stato curato”.
Secondo quanto segnala un ospite in studio a Storie Italiane il suicidio è la seconda causa di morte per i ragazzi fra 15 e 25 anni, c’è proprio un’aspirazione al suicidio e bisogna stare attenti ai numeri. E’ molto difficile intercettare i segnali, di conseguenza bisogna essere molto attenti ai ragazzi in questo complicato periodo della vita: “Bisogna capire cosa stava passando questo ragazzo”. Mendolicchio conferma: “I ragazzi di 13-16 anni pensano al suicidio almeno una volta nell’arco di sei mesi, questi sono i dati nudi e crudi, dobbiamo avere tutti da adulti la coscienza responsabile, la Rai fa bene a parlarne”.