I risultati dell’autopsia confermano la tesi della famiglia di Andrea Purgatori? «Quanto emerso finora dagli esami autoptici consolida le nostre tesi, ovvero che Purgatori sarebbe stato colpito da ischemie cerebrali», le parole attribuite dall’Ansa ai legali della famiglia del giornalista, gli avvocati Michele e Alessandro Gentiloni, i quali hanno annunciato che il 6 settembre saranno effettuate nuove perizie per ulteriori accertamenti. Ma gli stessi legali sono poi intervenuti, chiarisce il Corriere della Sera, per una precisazione: «Si specifica che le operazioni di autopsia riprenderanno il 6 settembre 2023 e, solamente al termine, tutte le ipotesi investigative, ivi comprese le ischemie, potranno essere confermate o smentite».



I primi risultati dell’esame autoptico che è stato condotto dal professor Luigi Marsella dell’Università di Torino Vergata sul corpo del giornalista e conduttore di Atlantide su La7 facevano riferimento ad un problema cardiopolmonare. Permangono dubbi riguardo la presenza di un’infezione, ipotesi esclusa al momento, ma su cui gli esperti si riservano ancora la risposta definitiva dopo ulteriori approfondimenti. L’autopsia era stata effettuata su richiesta della famiglia di Andrea Purgatori e su ordine della procura di Roma, che ha avviato un’inchiesta per verificare se la diagnosi della malattia del giornalista fosse sbagliata, e di conseguenza se le cure a cui è stato sottoposto sono state errate.



ANDREA PURGATORI: REBUS INFEZIONE E LITE TRA MEDICI

Nell’inchiesta sulla morte di Andrea Purgatori risultano indagati per omicidio colposo i professori della clinica privata Pio XI Gianfranco Gualdi, responsabile della Radiologia, e Claudio Di Biasi, entrambi difesi dall’avvocato Fabio Lattanzi. Sono i sanitari che, lo scorso maggio, diagnosticarono un tumore avanzato ai polmoni, con metastasi al cervello, al giornalista e conduttore. «Ci sarebbe stata una vera e propria lite tra esperti riguardo ai risultati di una tac», secondo quanto riferito dalla famiglia.

In particolare, come evidenziato dal Corriere della Sera, il professor Gualdi era convinto dell’esistenza di un tumore che dal polmone si era diffuso al cervello. Invece, altri esperti, tra cui il professor Alessandro Bozzao (ordinario di Neuroradiologia alla Sapienza), avevano individuato solo ischemie diffuse. La tesi dell’autopsia trova conferma nell’autopsia, propugnata dai medici del centro Humanitas di Rozzano a cui Purgatori si era rivolto quando i risultati dei trattamenti radiologici era apparsi dubbi.