Dalla rissa in Commissione Giustizia fino all’arrivo direttamente alla Camera della polemica contro Andrea Romano: protagonista della nuova “bagarre” in Parlamento è il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli che introducendo le risposte al Question Time attacca direttamente l’esponente dem presente ai banchi del Pd. «Vedo nei banchi del Pd il deputato Romano e come legittimamente può contestare le iniziative del governo, il governo non può accettare che abbia dichiarato che una donna incinta non può presiedere», a quel punto si solleva la rivolta dei deputati del Pd, “sedata” dall’intervento di Ettore Rosato (pure lui dem), in quel momento chiamato a presiedere l’Aula. «Faccia il ministro della Repubblica e non si occupi di altro, risponda all’interpellanza», grida Rosato, ripetendo più volte il termine «ministro, ministro»; a quel punto numerosi epiteti molto sgraditi sono piovuti addosso a Toninelli («buffone», «imbecille» e altre “chicche” del genere) e la tensione a Montecitorio si è fatta di nuovo irrespirabile. «Ho ritenuto grave la presenza di Romano in Aula dopo quello che ha detto e spero che il Partito democratico, soprattutto le donne del Partito democratico, si dissocino da una dichiarazione che e’ inaccettabile da tutti i punti di vista. Vederlo presente in Aula dopo pochi minuti da questa dichiarazione significa che il Pd è d’accordo con Romano», ha poi detto Toninelli a fine deposizione, suscitando ancora attacchi da parte dei deputati dem.



IRA M5S-LEGA CONTRO IL SENATORE PD

In due giorni il deputato del Pd Andrea Romano – direttore e fondatore di “Democratica”, il quotidiano del Partito Democratico – ha lanciato due “invettive” in Aula che entrambe sono state oggetto di polemica e “scandalo”: per il renzianissimo Romano, ieri un intervento in russo per invitare Salvini a venire in aula a chiarire sul Russiagate, poi oggi uno scontro a distanza con la Presidente della Commissione Giustizia (M5s) che ha causato una vera e propria “rissa” con i colleghi di M5s e Lega. Insomma, un vero e proprio “show” di difficile lettura ma che proviamo a riassumere con tanto di immagini: partiamo dal fondo, ovvero dal caos generato stamattina in Commissione alla Camera. «Lei è incinta, non è in grado di presiedere», è la frase che avrebbe detto Romano contro la Presidente della Commissione Giustizia Francesca Businarolo nella riunione congiunta con la commissione Affari Costituzionali nel merito del presunto scandalo Russiagate-Savoini. Il presidente della commissione Affari Costituzionali Giuseppe Brescia ha definito «riprovevoli» le parole di Romano, scatenando ancora di più la rissa verbale e non solo in Commissione. «Non ho mai detto e neppure pensato le frasi che mi vengono attribuite. Neppure sapevo che fosse incinta. Mi solo soltanto avvicinato, con altri colleghi delle opposizioni, alla presidenza per protestare perchè Businarolo non stava svolgendo con equilibrio le sue funzioni di presidente, non concendendo i tempi alle opposizioni i tempi pattuiti. E’ un tentativo di ridicolizzare le ragioni delle opposizioni da parte dei Cinque Stelle. Non ci provassero: stanno tentando di fatto di aiutare Salvini», si è difeso su Repubblica lo stesso Romano.



ANDREA ROMANO, L’INTERVENTO IN RUSSO CONTRO SALVINI

Brescia ha fatto notare a Romano che la Businarolo è incinta e a quel punto il deputato dem avrebbe detto «ho risposto che questo non c’entra. C’è il tentativo di Brescia di farmi dire ciò che non ho detto né, da padre di quattro figli, mai avrei pensato. Sto scrivendo una lettera a lui e Businarolo: Brescia si scusi per aver provato a ridicolizzare una legittima protesta democratica». Di contro però, M5s e Lega si sono scagliati contro Romano non credendo alla sua versione e attaccando il Pd di “attacchi sessisti” contro un’altra deputata. Caos generale che prosegue da ore, ovvero da quando il Pd ha intimato con proteste evidenti – come l’occupazione di ieri – per convincere Salvini a riferire in Aula sul fronte fondi russi al Carroccio. E proprio su questo punto, giusto ieri, il deputato Romano si è reso protagonista di un simpatico siparietto in cui prendendo parola a Palazzo Madama ha iniziato a parlare in russo come se si trovasse alla Duma: «visto che Salvini non capisce in italiano, gli ho chiesto in russo di venire al Senato», spiega in una intervista a Repubblica l’esponente del Partito Democratico. «insegno storia della Russia all’università di Tor Vergata, e mi scuso con la presidente della Camera di avere parlato in russo. Ma pensavo di intervenire di fronte alla Duma, visto che il ministro dell’Interno ignora il Parlamento italiano». Altra frecciata, oltre alla Lega, viene poi lanciata a Forza Italia quando li attacca perché non richiedenti informative dettagliate sul fronte Russiagate: «Forza Italia sente evidentemente il richiamo del “lettone” di Putin, quello regalato a Berlusconi, più di quanto non senta l’esigenza di tutelare gli interessi dell’Italia. Sul tema Putin, i forzisti sono sensibili».