La storia di Andrea Rubera e Dario De Gregorio, coppia gay, sarà oggi al centro della nuova puntata di Domenica In. Qualche anno fa Rubera ricette la telefonata inaspettata di Papa Francesco il quale rispose a tutti i suoi dubbi. “Mi chiamava da un numero anonimo, lasciavo squillare. Quando poi ha parlato però non ho avuto dubbi che fosse lui”, ha raccontato al Corriere.it. L’uomo, manager romano 54enne, ricorda nei dettagli quanto accadde nel 2015 quando era già marito di Dario De Gregorio, entrambi papà di tre figli nati in Canada tramite maternità surrogata. Pochi giorni prima, Andrea Rubera si era recato a Santa Marta dove aveva consegnato una lettera indirizzata a Papa Francesco. E proprio loro rappresentano la coppia a cui si fa riferimento nel documentario “Francesco” in cui il Santo Padre apre alle unioni civili per le coppie del medesimo sesso. Rubera ha raccontato: “Non ne avevo mai parlato perché per me era una questione pastorale e personale, che riguardava prima di tutto i bambini. Gli ho chiesto aiuto, spiegandogli che la Chiesa mi aveva dato tanto e volevo che i miei figli avessero la stessa possibilità. Ma mi chiedevo che prezzo avrebbero dovuto pagare, avendo due padri: avevo paura di esporli a un trauma”.
ANDREA RUBERA E DARIO DE GREGORIO A DOMENICA IN
Andrea Rubera è un uomo dalla profonda fede nonchè portavoce di Cammini di speranza, associazione che riunisce i gruppi di cattolici lgbt. La sua lettera al Papa significava molto: “Mi sono sentito di essere trasparente per una cosa che era successa quando due anni prima era stato eletto Papa. Non lo conoscevo, ma sono scoppiato a piangere”, ha raccontato. Nella sua telefonata, Papa Francesco andò subito al punto chiedendo al manager quale fosse il problema: “Non è stato accolto”, chiese. “Gli ho spiegato che non ci avevo neanche provato” per paura di essere rifiutato. Bergoglio gli chiese il motivo di tale timore. “Mi disse di andare dal parroco, e presentarmi, perché era giusto per me, per i miei figli e per la Chiesa tutta che potessero partecipare a una vita comunitaria di fede. Mi ha colpito perché dal Papa mi aspettavo una benedizione, in astratto, e invece si sentiva l’approccio pastorale, che voleva trovare una soluzione per fare il bene dei bambini. “Vedrà che troverà accoglienza e andrà bene!”, aggiunse”, ha proseguito. La coppia ha due bambine e un bambino che seguono la catechesi in una parrocchia romana. La figlia maggiore si è iscritta agli scout. La coppia afferma di non aver mai incontrato difficoltà. “Ci sono sempre più sacerdoti impegnati nella pastorale per le periferie esistenziali”, ha commentato ancora Rubera. “Il nostro impegno è stato soprattutto raccontarci. Tra noi e alla Chiesa”, ha chiosato.