Andrea Sempio, chi è e cosa c’entra con l’omicidio di Chiara Poggi

Il giallo di Garlasco in cui rimase uccisa la giovane 26enne Chiara Poggi ha visto diversi colpi di scena nel corso degli anni. L’ultimo, clamoroso, a ridotto del Natale 2016 quando un giovane ventinovenne di Garlasco viene iscritto nel registro degli indagati. Si tratta di Andrea Sempio, il quale si ritrova all’improvviso ad essere indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, sorella del suo amico di infanzia Marco. Il giovane, secondo la difesa di Alberto Stasi, ritenuto il solo responsabile del delitto della fidanzata Chiara Poggi, avrebbe potuto contribuire alla sua scarcerazione, ma così alla fine non è stato.



Nell’aprile del 2017, infatti, Andrea Sempio viene definitivamente scagionato da ogni accusa legata al delitto di Garlasco secondo la quale il Dna trovato sotto le unghie della vittima appartenesse proprio a lui. A mettere fine all’indagine a carico di Sempio ed all’incubo vissuto dal ragazzo è stato il procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, per il quale le presunte tracce di Dna di Sempio non avrebbero alcun valore probatorio, visto che il ragazzo, in quanto amico del fratello di Chiara, avrebbe frequentato in modo assiduo casa Poggi.



Andrea Sempio completamente prosciolto

A far dubitare i legali di Alberto Stasi su un presunto quanto infondato coinvolgimento di Andrea Sempio nella vicenda, oltre alle tracce di Dna sarebbero stati anche alcuni atteggiamenti messi in atto dall’amico di Marco Poggi. In particolare alcune chiamate effettuate a casa dell’amico nei giorni precedenti al delitto, sebbene Marco fosse in montagna. Ma a scagionarlo sarebbe stato proprio l’amico ritenendo plausibile il fatto che lui non sapesse della sua vacanza.

Un anno dopo essere stato completamente prosciolto, Andrea Sempio è stato intervistato dal quotidiano Il Giorno dicendosi ancora molto segnato dalla vicenda: “Non è una cosa che si possa dimenticare così, da un giorno all’altro, da un momento all’altro. Sono sereno, lo sempre stato anche nei momenti più brutti”, ha dichiarato. Ad essergli sempre vicino, ovviamente, la famiglia e gli amici, compreso lo stesso Marco Poggi. A presentare un esposto-denuncia alla procura di Milano era stata Elisabetta Ligabò, madre di Alberto Stasi, dopo una consulenza che la difesa di Alberto aveva affidato al biologo forense Pasquale Linarello. La pista dell’assassino “alternativo” non ha mai trovato però una base scientifica.