Storie Italiane torna a parlare del giallo di Garlasco, con una lunga intervista ad Andrea Sempio, l’amico di Marco Poggi, fratello di Chiara Poggi, tornato da pochi giorni a questa parte sul registro degli indagati per la presenza del suo dna sul corpo della povera vittima. “Quel 13 agosto – le sue prime parole – era stata una normalissima giornata, era andata tutto bene fino a che non sono arrivate le prime notizie e da lì si è sconvolto tutto. Quella mattina mi sarò alzato verso le 8:30 più o meno. Mio padre era a casa ma forse era nella sua piccola officina sotto casa, era a casa ma non esattamente con me a fare colazione assieme diciamo”.
Andrea Sempio ha parlato per l’ennesima volta del famoso scontrino del parcheggio: “Questa cosa è stata presentata come il tentativo di costruirsi un alibi ma quello non è un alibi. Era solo la prova che io ero a Vigevano quella mattina come ho sempre detto. L’aveva trovato mio padre pulendo la macchina ed era stata poi una idea di mia mamma di conservarlo. Io credo che tutti lo avrebbero usato quel biglietto”.
ANDREA SEMPIO E LE CHIAMATE A CASA POGGI
Si passa poi a parlare delle tre telefonate “sospette” fatte da Andrea Sempio nei giorni precedenti l’omicidio: “Avevo fatto tre chiamate, la prima da uno o due secondi perchè ho confuso il numero di casa con quello di cellulare. Poi ho tentato di chiamare Marco che era in montagna ma non partiva la chiamata, poi ho richiamato e ho chiesto se vi fosse Marco, della durata di 5 o 6 secondi”.
“Poi il giorno dopo la vera chiamata di 20 secondi in cui chiedo quando Marco sarebbe tornato: da quel momento io non ho più chiamato. Anche vedendoci della malizia cosa ricavavo da quelle chiamate? Non ci vedo nulla di utile a voler organizzare un omicidio”.
E ancora: “Io ho provato a chiamare al cellulare Marco, ma non erano chiamate a vuoto era proprio indisponibile. Io ho tentato ma non avevo neanche uno squillo a vuoto. Noi del gruppo sapevamo che Marco era fuori? Lo dicono due o tre amici che partivano con Marco, io invece non avevo tutti i dettagli del viaggio e della permanenza, anche se è vero che ci siamo visti qualche giorno prima”.
ANDREA SEMPIO E IL DNA SUL CORPO DI CHIARA POGGI
Andrea Sempio ha spiegato che il suo rapporto con Chiara Poggi era assolutamente limitato: “Chiara Poggi l’ho incontrata qualche volta lì – ha detto – a casa ma forse meno di dieci volte, le dicevo solo “ciao”, era quello il nostro livello di conoscenza, non c’è mai stato neanche un dialogo, non avevamo contatti ne amici in comune”.
Sul dna trovato sulle sue unghie: “Non mi stupirei se ci fosse il mio dna e mie tracce in giro visto che io frequentavo la casa, quindi io utilizzavo stessi oggetti che usava lei, spesso andavamo a giocare in camera. La cosa che mi dà da pensare è: se ci fosse davvero il mio dna in caso di un’aggressione, non dovrebbe averne una parte minima ma dovresti averne tanto”.
E ancora: “L’unico ricordo vivido che ho di Chiara è questo: eravamo nella camera sua, io ero seduto sul suo letto e poi in quel momento ad un certo punto entra in camera, ed ho pensato che magari si arrabbiasse perchè io ero sul suo letto, quello è il livello di contatto che io potevo avere con gli oggetti che toccava anche lei. Sono stato in camera, in salotto, in cucina… l’unica stanza dove di sicuro non sono mai entrato era la camera dei genitori, in tutte le altre stanze io ci sono passato”.
ANDREA SEMPIO E LE IMPRONTE IN CASA CHIARA POGGI
Andrea Sempio ha poi parlato delle famose impronte trovate in casa Poggi nel sangue di Chiara, risalente ad un modello Frau con suola a pallini: “Le scarpe che avevo io erano degli stivaletti o scarpe del mercato, Frau neanche la conoscevo fino a che non è emersa questa storia”. Andrea Sempio ha deciso di tornare a lavoro dopo una breve pausa: “Se non esci e non fai la vita di prima è sospetto, come se tu potessi fare la vita di prima nonostante un’indagine, e poi bisogna occuparti di qualcosa perchè se no la testa va sempre lì”.
“Io e Andrea Sempio ci siamo sentiti fin da subito – ha continuato il ragazzo – ci diciamo di farci forza e passerà anche questa. Io il 13 agosto non ho fatto male a Chiara Poggi. Io comprendo i tentativi che possono fare la difesa di Stasi ma ad un certo punto bisogna dire basta”. Ma adesso come sta? “E’ un po’ un turbine, ci sono giornate in cui l’attenzione si allenta un po’, poi ci sono momenti in cui escono notizie… è un’alternanza fra momenti di calma e pesantini”.
“Questa vicenda va su due fronti, quello legale che va bene e poi c’è quello mediatico che al momento ha il peso preponderante in quanto cade non solo sulle mie spalle, tutte le persone a me vicine come famiglia, amici e colleghi di lavoro, era un disastro. Quando è arrivata questa notizia io non avevo capito poi quando ho visto che era di nuovo per Garlasco e questa volta in concorso, non ho avuto una reazione, ti crolla la realtà e non sai più cosa sta succedendo: mi sono detto, ci risiamo di nuovo, siamo di nuovo dentro”.