Andrea Spezzacatena, il protagonista del film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, è morto nel 2012, suicidandosi. Il quindicenne veniva preso in giro dai compagni di classe che lo appellavano come omosessuale, per aver indossato un paio di pantaloni di colore rosa. Il ragazzo, come raccontato più volte dalla mamma, non aveva mostrato segnali di disagio: nessuno credeva che avrebbe potuto compiere un gesto di una simile tragicità ma così è stato. Dopo la sua morte, la mamma ha trovato una pagina Facebook chiamata appunto “il ragazzo da pantaloni rosa”: così lo chiamavano i compagni di classe. È proprio per questo che Andrea si è tolto la vita? Probabilmente sì.
In questa pagina Facebook, Andrea Spezzacatena veniva preso in giro e accusato di essere omosessuale. Al ragazzo veniva anche detto di essere brutto, come ha avuto modo di constatare la mamma nelle settimane che sono seguite alla sua morte. Teresa Manes, mamma di Andrea, ha raccontato di recente di non aver colto i segnali del disagio del figlio, che appariva tranquillo anche al momento di andare a scuola. Nonostante ciò, dopo la sua morte ha compreso quelli che erano dei segnali di disagio che fino a quel momento non aveva colto. Andrea, ad esempio, soffriva di alopecia, si mangiava le unghie ed era sceso di rendimento scolastico.
Andrea Spezzacatena, la mamma: “I bulli…”
Come raccontato da Teresa Manes, la mamma di Andrea Spezzacatena, a “È sempre Cartabianca” ha raccontato che i post della pagina Facebook, “che sono stati poi salvati da questa pagina, avevano contenuto omofobo. Erano sempre frasi al limite ma bisogna mettere sulla bilancia le intenzioni e le percezioni, che sono diverse. Loro lo descrivevano come brutto e lui ci credeva”. La mamma ha spiegato: “I ragazzi si stavano trasformando in dei bulli e mio figlio in una vittima. Anche la scuola non ha fatto nulla. Andrea aveva preso a smaltarsi le unghie e una sua insegnante gli chiese se avesse messo le mani nella marmellata”.