La storia di Andrea Spezzacatena, divenuto tristemente noto con l’appellativo di “ragazzo dai pantaloni rosa” e morto suicida il 20 novembre 2012 a soli quindici anni per colpa delle offese e degli sfottò reiterati ai suoi danni per via della tonalità cromatica del capo d’abbigliamento che soleva indossare, è tornata al centro della trasmissione di “Storie Italiane”, condotta da Eleonora Daniele e andata in onda nella mattinata di venerdì 11 febbraio 2022 su Rai Uno.



In collegamento audiovisivo è intervenuta Teresa Manes, madre del ragazzo, che ha detto: “Come sto? Si impara ad andare avanti, il dolore cambia forma. Nel tempo può uscire anche qualcosa di buono da esso, altrimenti risulterebbe solo come un qualcosa di ingiusto”. Analizzando il doloroso caso del figlio, la donna ha evidenziato che “le parole hanno un peso e dovrebbero essere calibrate per favorire lo sviluppo di una sana coscienza civica. C’è una percezione delle brutte parole dette e, anche se non c’è intenzione di ferire, anche coloro che le subiscono accusano una ricaduta fortemente impattante. La violenza verbale diventa una prima forma di aggressione subdola, che scava dentro, goccia dopo goccia”.



ANDREA SPEZZACATENA: “OGGI MIO FIGLIO AVREBBE AVUTO UNA FORZA DIVERSA”

Nel prosieguo di “Storie Italiane”, la madre di Andrea Spezzacatena ha sottolineato che da dieci anni sta girando per le scuole affinché tanti studenti possano avere piena contezza di cosa è accaduto e per evitare che il bullismo dilaghi ulteriormente e possa mietere altre vittime.

Nel dettaglio, Teresa Manes ha dichiarato quanto segue: “Andrea non ha retto a questa pressione, oggi le cose stanno forse cambiando e, vedendo indossare con disinvoltura un colore che per lungo tempo ha condizionato anche una mentalità, quasi come se fosse il colore a determinare il valore di una persona, mi viene da pensare che oggi mio figlio avrebbe avuto una forza diversa per non cadere nel baratro. L’etichettatura può essere pericolosa e svalorizza una persona a seconda di come viene utilizzata”.