Al Caffè de I Fatti Vostri di oggi, il giornalista Andrea Vianello: “Da bimbo sognavo di fare lo scrittore, da ragazzino scrivevo nella mia stanzetta e speravo di fare il romanziere. Ma io dicevo che volevao fare il giornalista per non sembrare scemo e alla fine l’ho fatto”. Sul padre Edoardo Vianello “Io ho fatto dei testi ma con i miei testi non ha avuto mai successo. Lui ha fatto un disco ‘I grandi insuccessi della mia carriera’ ed erano praticamente tutti i miei testi. Abbiamo cercato di andare a Sanremo per 7 volte e ci hanno sempre detto no”.
Andrea Vianello, direttore di Rai Radio Uno, ha quindi parlato del suo esordio tv, legato ad una trasmissione Rai: “La radio è una grande scuola, devi sempre parlare e ti dà un allenamento, mentre in tv devi capire di parlare un po’ meno, il ritmo non sono solo le parole ma anche le immagini. Una volta che hai fatto radio sai fare un po’ tutto”.
ANDREA VIANELLO: DA MI MANDA RAI TRE AD AGORA’
Andrea Vianello, fra i tanti programmi condotti, ha diretto anche Mi Manda Rai Tre: “Io il più bravo di quel programma? Sono stati tutti bravi e ricordiamo Lubrano che ha fatto iniziare tutto questo. La prima puntata era il 2004, 18 anni fa, sei anni per prima serata, un programma vicino al cittadino e ai problemi veri e per noi giornalisti è una grande scuola. Era un programma in cui dovevi essere di parte, dalla parte dei cittadini. Mi sono arrabbiato con i truffatori, ricordo una puntata in cui una persona prometteva le cure, una cosa odiosa è chi alimenta le speranze di chi sta male, quella volta mi sono arrabbiato troppo ma era la cosa giusta da fare”.
Quindi il passaggio ad Agorà: “Ci fu un’idea di creare un nuovo programma di politica la mattina che all’epoca su Rai Tre non c’era. Io lasciai la prima serata per iniziare questa nuova cosa e trovai questo nome che è rimasto, è un orgoglio che c’è ancora questo programma”. Alla fine Andrea Vianello ce l’ha comunque fatta a scrivere un libro: “Parto dai ricordi della mia famiglia che non si sa se siano vere o false, ho creato una nuova famiglia che assomiglia un po’ alla mia ma anche a quella di tutti. Volevo ritrovare le figure dei nonni di cui si parla poco, hanno fatto un pezzo importante della storia. Io ho avuto un nonno che ha fatto la resistenza e un altro fascista e tutte queste storie non mi sono arrivate fino in fondo allora le ho reinvetate”.