Andrea Vianello, ospite a Oggi è un altro giorno, racconta a Serena Bortone della battaglia iniziata dopo l’ictus e di come il medico che l’ha avuto in cura sia stato per lui un tassello fondamentale. “Nel libro che ho scritto lo chiamo il Piccolo Principe. Per me è una persona molto importante, siamo diventati poi amici. Stamattina gli ho mandato un messaggio per dirgli grazie ancora, anche se lui dice che sono stato bravo io.” Il conduttore tiene inoltre a sottolineare un aspetto molto importante: “L’ictus è un evento, ne puoi uscire bene o male, però con la riabilitazione comunque migliori. In questa cosa bisogna metterci la grinta, bisogna farlo e non fermarsi, andare avanti fino in fondo. Veramente diventa una lotta ma lo si può fare grazie alle persone che ti aiutano in questa lotta e di cui si parla poco.” (Aggiornamento di Anna Montesano)



Andrea Vianello racconta il dramma dell’ictus

Sono passati due anni da quando Andrea Vianello è stato colpito da un ictus al cervello. Un vero e proprio dramma di cui oggi ne racconta i dettagli nello studio di Oggi è un altro giorno a Serena Bortone. “Oggi un pochino di effetto ce l’ho. Sembra ieri, invece sono stati due anni difficili ma comunque belli. Certo, non vorrei tornare indietro, però sono stati due anni di lotta, di capire che serviva del tempo.” ha esordito. Così ha ricordato i momenti del risveglio: “Quando mi sono svegliato ho capito subito che la cosa più importante era che fossi vivo, anche perché sei consapevole che le cose possono andare molto male. Ho però avuto il problema delle parole, non riuscivo più a parlare. Questi 2 anni sono stati di resilienza, di lotta, di vita.” ha voluto sottolineare. (Aggiornamento di Anna Montesano)



Il dramma dell’ictus celebrale Andrea Vianello e la lenta ripresa

Il 2 febbraio 2019 il giornalista Andrea Vianello è stato vittima di un ictus cerebrale provocato da una dissecazione della carotide sinistra, una delle arterie che porta il sangue al cervello. “Un anno e mezzo fa ho avuto un ictus. La sera prima ero in uno studio per un programma e sono andato a dormire. La mattina mi sono svegliato con il mal di testa e non riuscivo a usare la mano e a parlare. Sono andato in ospedale e mi hanno operato perché la situazione era molto difficile…”, ha raccontato il giornalista lo scorso luglio a “C’è tempo per…”.



L’operazione è andata bene ma al suo risveglio Andrea Vianello non riusciva più a parlare: “Proprio io, che sapevo solo parlare: non potevo dire nemmeno i nomi dei miei figli”. Le parole si stagliavano nette nella sua mente, ma all’atto pratico uscivano in una confusione totale. Da quel momento l’ex direttore di Rai 3 ha iniziato un lungo percorso di neuroriabilitazione presso la clinica Santa Lucia di Roma.

Andrea Vianello: l’ictus nel libro “Ogni parola che sapevo”

Vianello ha voluto raccontare la sua esperienza nel libro “Ogni parola che sapevo”, uscito lo scorso 21 gennaio per Mondadori: “Fare il libro era una necessità e una terapia perché volevo scrivere e non ci riuscivo. L’ho fatto da solo, senza usare nemmeno la correzione automatica. È stata dura ma è stato anche bello”, ha spiegato il giornalista al Messaggero. Il libro vuole anche far conoscere di più i rischi di ischemia cerebrale che sarebbero legati anche a manipolazioni al collo violente fatte da osteopati o chiropratici: “Io ne avevo fatta poco prima che avessi l’ictus, non avevo colesterolo e non c’era altro motivo perché mi colpisse, se non un problema meccanico, anche se non ci sono certezze”. Nella sua intervista a il Messaggero, il giornalista ha confessato: “L’ictus fa paura prima di tutto a noi che l’abbiamo avuto. Sembra quasi ci sia arrivato per colpa nostra e non è assolutamente così. Io sono stato fortunato, ci ho messo un pò di tempo, ma ho ripreso a parlare, anche se non sono la voce più veloce del west”.