Il professor Massimo Andreoni è durissimo in merito agli assembramenti che si sono creati a Milano dopo la vittoria dello scudetto dell’Inter (così come lo è stato Sileri). Nel suo intervento ad Agorà, su Rai 3, ha parlato infatti di un «errore gravissimo» che costerà anche in termini di vite umane. «Che in quell’assembramento ci sia stata un’ulteriore diffusione del virus è sicuro», la premessa del direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma. Quindi ha spiegato le conseguenze che può avere quanto accaduto: «In quelle condizioni può esplodere il virus, è stato un errore gravissimo che certamente costerà qualche vita umana, così diamo il peso di quello che è accaduto».
Il fatto che gli assembramenti si siano creati in strada, all’aperto, non rende la situazione meno pericolosa: «Quando si sta così nella calca, cantando e urlando, anche all’aperto la trasmissione è quasi certa». E ha fatto riferimento alla “bomba biologica” di Atalanta-Valencia, partita disputatasi il 19 febbraio 2020 a febbraio.
ANDREONI SU FESTA INTER E CASO ASTRAZENECA
«Potremmo iniziare a vedere un incremento dei casi tra 2-3 settimane, quelli più gravi tra 4-5 settimane e i decessi tra 5-6 settimane». Questa l’ipotesi del professor Massimo Andreoni. Questo è, quindi, il tempo che ci vorrà per capire quello che realmente è accaduto a Milano. Ma ha parlato anche di AstraZeneca, dicendosi d’accordo con l’idea di estenderlo agli under 60. «Se si entrasse nell’ordine delle idee di usarlo per gli under 60, creando delle limitazioni, io sarei d’accordo». In merito al caos attorno a questo vaccino: «Alcune cose sono accadute perché i fatti sono andati in un determinato modo. Nella sperimentazione c’erano pochi over 50. Forse si poteva evitare di consigliarlo agli under 60 per questo, ma è stato un indirizzo precauzionale che l’Ema ha fatto notare. La comunicazione successiva è stata determinata da una serie di eventi sfortunati. Bisognerebbe pensare molto prima di parlare». Infine, sulle drammatiche immagini dall’India: «Sono drammatiche e sono corrispondenti a quelle che vediamo in Italia in proporzione ovviamente».