“Io penso che Trump farà molta fatica a tornare presidente. Da una parte i problemi giudiziari, è probabile che sarà condannato in primavera, poi non andrà subito in carcere perchè c’è l’appello. Questa è una cosa che gli fa male per gli elettori indipendenti. Oggi i sondaggi non bisogna seguirli troppo: il 45% vota dem, il 45% vota i repubblicani. Poi c’è un 10% o anche meno che cambia da un’elezione all’altra. Poi c’è Biden che avrà quasi 82 anni e qualsiasi cosa può succedere”, così l’esperto Andrew Spannaus ai microfoni di “Giù la maschera”, in onda su Rai Radio 1.
Il dibattito è rovente ma anche Biden deve fare i conti con qualche problemino, a partire dalle magagne del figlio Hunter: “Sicuramente i repubblicani si focalizzeranno su questo. Molti repubblicani sperano di mettere da parte Trump, ma è molto difficile. Io fossi Biden, sarei un po’ preoccupato. Non è stato dimostrato che abbia partecipato alla corruzione politica del figlio, che ha chiaramente venduto il nome ‘Biden’. Se si dimostrasse qualsiasi pagamento dal figlio al padre, potrebbe essere molto negativo per l’immagine di Biden, soprattutto in un’elezione che si gioca su poche decine di migliaia di voti”.
L’analisi di Andrew Spannaus
Trump e Biden sono “due candidati con debolezze enorme, ma entrambi hanno fatto più per cambiare l’America dei presidenti degli ultimi trent’anni“, ha proseguito Spannaus: “Anche Obama ha iniziato un cambiamento verso l’Asia, è rimasto coinvolto nella situazione ucraina nel 2014 e non ha fatto grandi cambiamenti dal punto di vista di politica industriale. Trump ha fatto protezionismo, dazi, ha cambiato molto. Biden è andato avanti in questa direzione in maniera ancora più deciso. Rispetto alla globalizzazione, Trump e Biden hanno impostato un’altra direzione. Poi c’è molto altro da fare: Wall Street non è stata riformata e c’è la precarietà del lavoro, ma hanno fatto molto. Anche se i due non ammetteranno mai di aver fatto qualcosa di simile”. Una riflessione anche sull’emergenza oppiacei, che sarà al centro della campagna elettorale: “Questo è un tema, le droghe sono ormai diventate impossibili da fermare, è stata già dichiarata l’emergenza nazionale ma non si riesce a fermare il commercio di queste sostanze. Tutto questo nasce da problemi socio-economici: questa droga veniva data alle persone con dolori cronici e anche la depressione ha aumentato il flusso di queste droghe”.