Si parla della questione Taiwan-Cina, stamane negli studi di Uno Mattina, programma in onda tutti i giorni, da lunedì al venerdì, su Rai Uno. Ospite fra gli altri Andrew Spannaus, giornalista e analista politico americano, che ha fatto chiaramente capire quanto il fronte Taiwan sia caldissimo: “I cinesi credono che Taiwan sia una provincia che deve fare parte della Cina – spiega l’esperto di geopolitica in diretta tv – mentre negli Stati Uniti si sta andando verso una politica di difesa di Taiwan quasi più dell’Ucraina, nel senso che con l’Ucraina Biden è stato attendo a dire che la Nato non sarebbe potuta intervenire ma mandando le armi, mentre con Taiwan si è fatto un nuovo documento a febbraio, dicendo che si sarebbe difeso contro violazioni di sovranità. E’ un punto caldo – aggiunge Andrew Spannaus – in cui si rischia negli anni futuri, e speriamo non prima, che un conflitto possa scoppiare”.



Una questione apertissima, alla luce anche della recente visita di una delegazione della Casa Bianca proprio a Taiwan, e delle precedenti dichiarazioni di Mike Pompeo secondo cui Taiwan dovrebbe essere indipendente. “La soluzione in Ucraina passa attraverso un accordo fra Cina e America? Siamo in una situazione di grande competizione fra due grandi potenze. Si è andato a parlare con Xi Jinping prima del conflitto chiedendo di intervenire ma la Cina ha una situazione particolare, vuole appoggiare la Russia e lo fa, ma economicamente deve evitare di essere isolata e soggetta a sanzioni secondarie perchè la Cina non ha intenzione di staccarsi dal resto del mondo, ha una strategia commerciale”.



ANDREW SPANNAUS: “CINA E USA? COMPETIZIONE SU CHI SARA’ IL PIU’ GRANDE”

“L’altra parte – ha proseguito Andrew Spannaus – è capire se gli Stati Uniti vogliano una soluzione del conflitto in questo momento perchè ci sono purtroppo dei vantaggi da questa guerra: permete di ricompattare la Nato, di mandare un messaggio alla Cina che l’occidente è compatto, e che abbiamo addestrato la resistenza in Ucraina e lo stiamo facendo a Taiwan. E’ una battaglia in una guerra fra chi riuscirà a spuntarla nei prossimi decenni”.

Sulla questione è intervenuto anche Pietro Paganini, ospite in studio: “La Cina lo ha detto chiaro: entro il 2050 vogliamo essere la prima economica dell’innovazione, non della contraffazione, e la guerra, mi auguri resti diplomatica, è tutta qua, quella di diventare il paese dell’innovazione, che oggi viene anche esportata, in quanto va ricordato che negli ultimi due anni la Cina ha regalato dei vaccini cercando di creare una dipendenza e queste logiche in occidente dovrebbe farci riflettere”.