Irruzione della polizia nella casa di Andrew Tate in Romania: la proprietà dell’ex kickboxer risulta tra le quattro perquisite nell’ambito di un’inchiesta su presunti traffici di esseri umani e rapporti sessuali con minori. Le immagini finite sui social mostrano agenti armati e con i volti coperti dai passamontagna che si avvicinano all’abitazione, a Bucarest: due sembravano avere un ariete per forzare l’ingresso. Poi decine di agenti di polizia e personale forense hanno setacciato la grande proprietà di Tate.



Non è la prima volta che l’influencer 37enne, che sui social si autodefinisce misogino, finisce nei guai per vicende di questo tipo: l’anno scorso lui e suo fratello Tristan sono stati accusati di traffico di esseri umani, stupro e di aver formato una banda criminale per sfruttare sessualmente le donne, accuse che hanno entrambi respinto. Ma i due sono in attesa di giudizio insieme a due donne romene.



L’agenzia investigativa romena contro il crimine organizzato ha dichiarato che questa indagine riguarda «un caso penale relativo alla commissione dei reati di costituzione di un gruppo criminale organizzato, traffico di minori, tratta di esseri umani, rapporti sessuali con un minore, influenzamento delle dichiarazioni e riciclaggio di denaro».

PORTAVOCE DI ANDREW TATE: “ACCUSE NON DEL TUTTO CHIARITE”

Il portavoce di Andrew Tate, Mateea Petrescu, ha confermato che la polizia ha fatto irruzione nella casa di Bucarest, ma precisa: «Sebbene le accuse contenute nel mandato di perquisizione non siano ancora del tutto chiarite, esse includono sospetti di traffico di esseri umani e riciclaggio di denaro. Il team legale dei fratelli è presente per garantire il corretto svolgimento di tutte le formalità». Ma Petrescu non ha commentato le accuse riguardanti i minori.



A luglio una corte d’appello romena aveva annullato una precedente sentenza che consentiva a Andrew Tate la libera circolazione all’interno dell’Unione europea in attesa del processo. Invece, a marzo, i fratelli Tate erano comparsi davanti alla Corte d’appello di Bucarest in un caso separato, dopo che le autorità britanniche avevano emesso mandati di arresto per le accuse di aggressione sessuale in un caso del Regno Unito risalente al 2012-2015: è stata accolta la richiesta britannica di estradarli nel Regno Unito, ma solo al termine del processo in Romania.