Andriy Pavelko, capo della Federcalcio ucraina nonchè membro in servizio del comitato esecutivo della Uefa, verrà arrestato per 60 giorni, senza cauzione, prima del processo per frode e riciclaggio di denaro, in merito alla costruzione di una fabbrica di erba artificiale. A sottolinearlo stamane è il tabloid britannico Guardian, secondo cui Pavelko trascorrerà i prossimi due mesi in un centro di custodia cautelare a Lviv, accogliendo così la richiesta dei pubblici ministeri che lo accusano di “appropriazione indebita” di 26,5 milioni di grivna ucraine, circa 700mila euro.



Pavelko era stato arrestato lo scorso mese di novembre per presunto uso improprio di fondi, per essere poi rilasciato dopo che la UAF, la Federcalcio ucraina, aveva pagato una cauzione di 226mila sterline. Venerdì il tribunale distrettuale di Shevchenkivskyi a Lviv ha annullato tale decisione, di conseguenza Pavelko dovrà tornare dietro le sbarre. La decisione ovviamente non è stata accolta con piacere dall’UAF, che l’ha definita “politicamente motivata”, annunciando altresì che la stessa sarà impugnata con conseguente ricorso. In un comunicato si legge: “Noi della Federcalcio ucraina riteniamo che questa decisione non abbia basi legali ed è politicamente motivata, gli avvocati dell’UAF hanno già presentato ricorso”.



ANDRIY PAVELKO ARRESTATO: IL DURO COMMENTO DELL’UAF

“Il trasferimento del caso da Kyiv a Lviv e la velocità del processo decisionale – si legge ancora – sollevano interrogativi non solo tra gli avvocati, ma anche tra le persone comuni che non hanno familiarità con le complessità legali. Inoltre, gli avvocati dell’UAF faranno appello alle istituzioni internazionali per dimostrare l’infondatezza dell’arresto di Andriy Pavelek, che è anche membro del comitato esecutivo dell’Uefa. Inoltre, sono in preparazione i documenti da sottoporre alla Corte europea dei diritti dell’uomo”.



L’indagine nei confronti di Pavelko è durata quattro anni, e riguarderebbe dei pagamenti in eccesso effettuati dall’UAF ad una società negli Emirati Arabi che aveva collaborato con la federazione calcistica ucraina per costruire la prima fabbrica di erba artificiale dell’Ucraina.