Andriy Shevchenko sta vivendo un periodo molto difficile, perché la guerra in Ucraina naturalmente addolora l’ex attaccante che della sua Nazione è stato una leggenda sportiva e ancora oggi è uno dei personaggi più famosi dell’Ucraina a livello internazionale. Andriy Shevchenko da qualche anno è diventato un allenatore, con alterne fortune: bene alla guida proprio della Nazionale ucraina che l’anno scorso ha portato per la prima volta nella storia ai quarti di finale degli Europei, decisamente meno nella sua breve avventura al Genoa, cominciata il 7 novembre 2021 e terminata già il 15 gennaio scorso, quando Shevchenko è stato esonerato dopo una sola vittoria, tre pareggi e sette sconfitte in undici partite tra campionato e Coppa Italia.
Sicuramente però Andriy Shevchenko resta nella memoria di tutti (e nel cuore dei tifosi del Milan) come un attaccante leggendario, plasmato nella Dinamo Kiev di Valeriy Lobanovskyi. Con la grande storia Sheva ha dovuto fare i conti fin da bambino, quando a soli 9 anni (è nato il 29 settembre 1976) il disastro nucleare di Chernobyl lo costrinse per un certo periodo a lasciare la propria casa con tutta la sua famiglia per trasferirsi in una zona meno esposta alle radiazioni. Sul campo però il talento cristallino ha portato Andriy Shevchenko ad imporsi a livello nazionale e internazionale: vinse cinque campionati e tre Coppe di Ucraina con la Dinamo Kiev, ma probabilmente l’acuto che tutti ricordano resta la tripletta al Camp Nou in un Barcellona Dinamo Kiev 0-4 di Champions League.
ANDRIY SHEVCHENKO, UNA STORIA D’AMORE CON IL MILAN
Con queste premesse, era inevitabile per Andriy Shevchenko il passaggio a una big del calcio occidentale: lo prese il Milan, spendendo 25 milioni di dollari nel 1999. Al primo anno fu subito capocannoniere della nostra Serie A: l’unico straniero prima di lui a riuscirci al primo tentativo fu un certo Michel Platini. Con il Milan vincerà una Champions League, una Supercoppa Europea, uno scudetto, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana in sette stagioni, segnando un totale di 173 gol in 296 presenze, ma naturalmente i numeri non possono dire tutto della grande storia d’amore fra Andriy Shevchenko e il Milan.
L’immagine iconica è lo sguardo prima del rigore calciato a Manchester nella finale di Champions League 2003 vinta proprio ai calci di rigore contro la Juventus, anche se il Pallone d’Oro per l’attaccante ucraino sarebbe arrivato l’anno seguente. Il 2006 fu l’anno della più grande soddisfazione da calciatore con l’Ucraina, cioè i quarti di finale dei Mondiali in Germania (sconfitto per 3-0 dall’Italia), ma anche della cessione dal Milan al Chelsea, spartiacque di una carriera che da quel momento imboccò rapidamente la parabola discendente, non invertita nemmeno dal ritorno al Milan nel 2008-2009 (due gol in tutta la stagione). La carriera da calciatore è finita nel 2012, adesso è in attesa di una nuova chiamata da allenatore dopo il flop al Genoa, ma soprattutto aiuta come può la sua martoriata Ucraina…