Andrea Fumagalli, meglio noto come Andy, fondatore con Morgan dei Bluvertigo, questo pomeriggio è stato protagonista di una interessante diretta Instagram con Ennio Tasciotti, esperto in medicina molecolare, per fare luce sui tanti dubbi legati al periodo che stiamo vivendo e sulle paure legate al Coronavirus. In attesa dell’intervento di Ennio Tasciotti, Andy ha spiegato il motivo per il quale ha deciso di chiamare proprio lui: “per cercare di avere delle coordinate in più perchè in questi giorni si rischia di fare un’enorme confusione”, ha spiegato, trovandosi anche lui, come tutti noi, in questo marasma di informazioni e di presunte teorie più o meno esatte ma che rischiano di destabilizzare. Parlando del Coronavirus, Andy lo ha definito un “nemico subdolo e invisibile” che ha portato a numerosi morti. L’esperto ha ovviamente dato la sua versione da grande conoscitore di medicina molecolare e sistema immunitario.



Tasciotti è partito da una delle teorie più diffuse: il Coronavirus è stato davvero creato dall’uomo per altri tipi di interesse? “Partiamo dalla paura che il virus sia stato fatto dall’uomo in laboratorio. Ogni giorno c’è una nuova notizia”, ha esordito, prima di fare una distinzione netta tra fatti e mistificazione. Partendo dal video del servizio di TgLeonardo, ha fatto il punto sul dato reale, per poi passare alla mistificazione: “Il laboratorio non era necessariamente solo quello di Wuhan; la maggior parte degli autori di quel servizio erano americani, chiamare quel virus cinese solo perchè alcune unità erano cinesi è la prima mistificazione”, ha spiegato. “Americani e svizzeri lo sapevano anche loro”, ha aggiunto. Poi ha spiegato come gli autori abbiano anticipato di 4-5 anni quello che poi è successo. Sul piano della mistificazione ha evidenziato come quel virus del servizio non è questo virus. “Le sequenze sono state allineate e non combaciano”, ha detto.



ANDY DEI BLUVERTIGO, DIRETTA INSTAGRAM CON ENNIO TASCIOTTI

Ennio Tasciotti, ospite oggi della diretta Instagram di Andy dei Bluvertigo, ha poi smentito anche le parole di Montagnier, secondo il quale un pezzetto di Hiv sarebbe stato messo nel virus. “Il virus ha un genoma scritto in 32mila lettere. Di queste 32mila basi azotate, 50 sembrano assomigliare al virus dell’Hiv. Queste sequenze però hanno solo un’omologia ma non sono identiche, identità e omologia fa una grossa differenza in genetica”, ha proseguito. “L’omologia era dell’85% più o meno la stessa percentuale che noi abbiamo con il genoma dei funghi”, ha aggiunto, “Mi dispiace ma devo contraddire anche un premio nobel”. Al centro del suo intervento anche l’esistenza di un laboratorio di massima sicurezza a Wuhan fortemente voluto dalla Cina “perchè avere uno di questi laboratori – ne esistono 10 al mondo – per una nazione è come avere un programma di sviluppo nucleare. La Cina non ce l’ha avuto fino al 2015 e avevano fatto un accordo con i francesi per imparare da loro come usarlo ma i francesi lì non ci sono mai andati”, ha spiegato. Dunque, sull’ipotesi che quel ceppo sia stato mutato per renderlo più aggressivo, per l’esperto ciò non sarebbe possibile per via dell’assenza di tracce.



Rispondendo alle varie domande di Andy e degli utenti, Ennio ha poi parlato della suscettibilità geografica della reazione al virus: perchè certe zone sono state più colpite di altre? “Il virus si è sparso in tutte le Nazioni facendo pensare che la temperatura non sia uno degli elementi fondamentali a determinare l’infettività del virus. Però, il virus si trasmette attraverso le goccioline di saliva e può durare fino a tre ore se nascosto nelle particelle di aerosol”, ha spiegato. “Fa abbassare la vita di una particella di saliva il calore, perchè più sole e calore ci sono prima evapora e il virus si trova senza navicella spaziale nella quale viaggia e casca. Il virus teme che possa depositarsi in un ambiente secco”, ha aggiunto. Non essendo un essere vivente, il virus è “un pezzettino di genoma in cerca di un ospite da colonizzare”. Da solo, dunque, avrebbe vita molto breve. Cambia la sua durata di vita a seconda delle diverse latitudini? “Può darsi. Tra le altre opzioni, la qualità dell’aria e la qualità dei polmoni che respirano quell’aria”, ha spiegato. Infine si è detto molto fiducioso rispetto alla Fase 2, “se rispettiamo queste regole ci sarà il ritorno ad una vita sostenibile io ne sono sicuro”.