Dopo la polemica sorta ieri tra gli anestesisti dell’Anaoo e il Commissario all’emergenza, il “capitolo” sulle terapie intensive viene aggiornato oggi con l’ultimo allarme sollevato dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari): ad oggi, il 42% dei posti in terapia intensiva è occupato da pazienti Covid, e il 12% oltre la soglia critica del 30%. Il monitoraggio aggiornato al 17 novembre mostra una criticità diffusa senza distinzione tra Nord e Sud: ben 17 Regioni su 21 si trovano in difficoltà, mentre una settimana fa erano “solo” 10 i territori in difficoltà. Sempre dall’Agenas, si osserva come i posti occupati da pazienti Covid nei reparti di medicina sono il 51% a livello nazionale: la soglia “critica” è fissata, lo ricordiamo, al 40% e coinvolge ben 15 Regioni sulle 21 totali. «Il 30-40% delle terapie intensive nazionali sono occupate ad oggi dai pazienti Covid-19», ha spiegato questo pomeriggio a “Quel che resta del giorno” su Rai News24 il virologo Fabrizio Pregliasco confermando i dati dell’Agenas e dunque evidenziando, indirettamente, i numeri prodotti solo due giorni fa dal Commissario Arcuri. (agg. di Niccolò Magnani)



NUMERI DEI RICOVERI: IL CASO

Le dichiarazioni di Domenico Arcuri sulle terapie intensive non sono affatto piaciute all’Anaao, Associazione dei medici anestesisti e rianimatori. Come vi abbiamo raccontato, il commissario straordinario all’emergenza Covid ha affermato che ad oggi non c’è pressione sulle terapie intensive, considerando che sono 3.300 le persone ricoverate a fronte di 10 mila posti letto, che arriveranno a quota 11.300 nel giro di un mese. Ma le dichiarazioni di Arcuri alla conferenza “Finanza e sistema Paese un anno dopo” trovano la secca smentita da parte degli anestesisti. Durissima la presa di posizione di Carlo Palermo, segretario nazionale dell’Anaao Assomed: «I posti di terapia intensiva oggi disponibili ed attivi in Italia sono intorno a 7.500 e non 11mila. È questa infatti, con gli organici a disposizione, la dotazione massima con cui si possono garantire numeri e cure di qualità», riporta il Corriere della Sera.

TERAPIE INTENSIVE, ANESTESISTI CONTRO ARCURI

Carlo Palermo ha poi tenuto a precisare che la soglia del 30 per cento indicata come livello di allarme è posta intorno a 2.300 ricoveri, quota ampiamente superata negli ultimi giorni: ad oggi, martedì 17 novembre, sono 3.492 i posti letto occupati, oltre il 40% di quelli presenti. L’allarme degli anestesisti sulle terapie intensive è chiaro e forte: «In molte realtà i pazienti aspettano ore, se non giorni, anche intubati, nei pronto soccorso prima di essere avviati nei reparti intensivi. Va ribadito poi che circa il 60% di questi letti è già occupato da pazienti con malattie gravissime come ictus, infarti, politraumi, stati di shock, sepsi e insufficienze multi-organo, che ovviamente non possono essere collocati in altri setting assistenziali», riporta il Corriere.

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