ANEURISMA CEREBRALE DI STEFANO TACCONI, COS’E?
Cos’è un aneurisma, la malformazione vascolare a carico delle arterie cerebrali che ha colpito Stefano Tacconi nell’aprile 2022 e da cui l’ex portiere della Juventus e della Nazionale si sta lentamente riprendendo? Questo pomeriggio il 66enne originario di Perugia sarà ospite di “Verissimo” per parlare di quel drammatico periodo e pure di come pian piano e seppur con qualche difficoltà stia tornando alla vita normale. Ma cosa sappiamo, dal punto di vista scientifico, di questa anomala dilatazione (o ‘estroflessione’) a carico della parete di un’arteria, di una vena o del cuore, quali sono i sintomi, le conseguenze e come si può prevenire? Andiamo con ordine e partiamo da…
… una definizione: l’emorragia celebrale che aveva colpito Tacconi era stato causato dalla rottura di un aneurisma. Questo può definirsi come una malformazione vascolare a carico delle arterie cerebrali e ha un aspetto fusiforme oppure sacculare, con un aspetto tondeggiante. Secondo alcuni studi, l’incidenza di tale patologia nella popolazione non è facilmente definibile anche se si stima sia attorno al 5% della popolazione e che tutte le fasce di età ne possono essere colpite, con prevalenza leggera per le donne e nel range che va dai trenta ai sessant’anni. Stando a quanto riporta il sito dell’IRCCS ‘Ospedale San Raffaele’, consiste in una dilatazione dovuta ad un’anomala perdita o all’assenza della tonaca muscolare che porta a una maggiore fragilità della parete dell’arteria con rischio di rottura. “È importante sottolineare” si legge ancora nella scheda dedicata alla patologia”, “che non tutti gli aneurismi si rompono e che, solitamente, quelli più piccoli presentano un rischio di rottura inferiore”.
ROTTURA ED EMORRAGIA CEREBRALE: CAUSE, SINTOMI ED IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE
Provando a fare una classificazione degli aneurismi cerebrali, circa il 90% rientra nella tipologia sacculare (‘a bacca’, per via di una sorta di stelo), mentre i restanti sono fusiformi e associati ad aterosclerosi o dissecanti con fuoriuscita di sangue. La questione relativa ai sintomi è molto importante anche se, purtroppo, la maggior parte dei casi si presenta coi tratti dell’asintomaticità: ad ogni modo, bisogna stare attenti a forti cefalee, dolori oculari e vari tipi di deficit visivi che possono presentarsi prima della rottura. Inoltre, a seguito di questa può verificarsi un’emorragia subaracnoidea (ESA) negli spazi compresi “tra cervello e gli involucri che lo rivestono”, con una incidenza di 10 casi su 100.000 persone e in tale situazione i sintomi comprendono anche nausea o vomito, rigidità nucale e dolori a schiena e gambe.
Per quanto concerne invece le cause dell’aneurisma cerebrale, non sono ben chiare alla scienza anche se sono stati individuati dei fattori di rischio certi e che possono essere ereditari (precedenti in famiglia, deficit di alfa-glocoidasi, malformazioni artero venose e altre sindromi) oppure acquisiti (ovvero l’età, dopo i 40 anni, l’abuso di alcol, il fumo, l’ipertensione, un trauma cranico, ecc.). Se la diagnosi si fa attraverso esami obiettivi, la TC (tomografia computerizzata), angiografia a sottrazione digitale (DSA) e risonanza magnetica e angio-risonanza, la cura invece consiste soprattutto nella riduzione del rischio di emorragia subaracnoidea anche se il trattamento varia in base alle caratteristiche del paziente e dell’aneurisma stesso; a livello chirurgico invece la cura degli aneurismi cerebrali richiede la valutazione di tanti aspetti e mantenendo i rischi entro limiti accettabili. Infine, come è facile intuire, per questa patologia è fondamentale piuttosto la prevenzione, monitorando i sopra citati fattori di rischio e conducendo uno stile di vita salutare e monitorando soprattutto la pressione arteriosa.