Il caso della scomparsa della piccola Angela Celentano è stato protagonista della diretta odierna di Mattino 4 che è tornata ad approfondire la cosiddetta ‘pista turca‘ più volte vagliata – e quasi sempre abbandonata – dagli inquirenti: si attendeva proprio in questi giorni l’archiviazione dell’indagine che ruota attorno (e ci arriveremo) alla figura di Fafhi Bey, ma la Gip napoletana che segue il caso della sparizione ha deciso – quasi a sorpresa – di rinviare il fascicolo di altri 180 giorni ritenendo che vi siano diversi “elementi di dubbio che non consentono di ritenere le indagini definitivamente complete”.
Partendo dal principio tutto ciò che sappiamo per certo del caso di Angela Celentano è che la bambina di appena 3 anni sparì misteriosamente nel nulla mentre si trovava sul Monte Faito di Napoli con i suoi genitori senza lasciare nessuna traccia e tra le numerose indagini si sono susseguite nel corso degli anni dal 2009 si è parlato intensamente della già citata pista turca: a parlane per prima fu Vincenza Trentinella che raccontò della confidenza che le fece un prete in punto di morte dicendole che Angela Celentano era viva e credeva di essere la figlia di un veterinario turco, il già citato Fafhi Bey.
La pista sembrava quasi una certezza, con tanto della Trentinella che decise di recarsi personalmente in Turchia per cercare la ormai più che 20enne Angela Celentano, riuscendo – almeno così raccontò – ad individuarla assieme al veterinario e a scattarle una famosissima foto che è diventata l’emblema della pista turca; il tutto scoprendo peraltro che riportava anche una misteriosa cicatrice sul collo che – per ragioni a cui arriveremo – non è mai stata indagata.
Il legale della famiglia di Angela Celentano: “La Turchia non collabora con le indagini”
Tornando al nostro punto di partenza, se oggi parliamo della riapertura (o meglio: della non chiusura) dell’indagine sulla pista turca su Angela Celentano è perché dal 2009 ad oggi le cose non sembrano essere andate nel migliore dei modi ed infatti per ora rimane tutto avvolto dal mistero: si cercò di interrogare Fafhi Bey, ma nella trascrizione venne riportato un nome diverso e non si è mai capito se sia stato solo un errore di trascrizione, oppure di un interrogatori fatto effettivamente ad una persona qualsiasi e da lì non si è mai più fatto nulla.
Della pista turca a Mattino 4 ha parlato anche l’avvocato della famiglia di Angela Celentano – Luigi Ferrandino – che ci ha tenuto a mettere immediatamente in chiaro che l’errore dell’interrogatorio “va approfondito” per capirne gli effettivi retroscena: “Purtroppo – spiega ancora il legale – la Turchia non sta rispondendo alle richieste della nostra procura” anche a fronte delle frequenti e reiterate sollecitazioni “del procuratore al ministero turco”; ma nonostante le difficoltà la famiglia della bambina scomparsa non è disposta ad interrompere le ricerche e starebbe riponendo “molte speranze in questa pista“.