Angela Donato, la sua storia a “Cose Nostre”

La storia di Angela Donato, mamma coraggio,  al centro della seconda serata di lunedì 13 dicembre, su Rai 1, in occasione della terza puntata di “Cose nostre”, per il nuovo ciclo dedicato alle donne di mafia. Nel passato di Angela ci sono due storie con altrettanti boss della ‘ndrangheta. Ben presto la donna prova a lasciarsi tutto alle spalle ma soprattutto di tenere lontano il figlio Santo Panzarella da quella vita, sebbene i suoi sforzi si riveleranno poi vani.



Tutto cambia dopo la scoperta della relazione sentimentale che il figlio intratteneva con la moglie di un boss che all’epoca era dietro le sbarre, ovvero Rocco Anello, uno dei maggiori boss delle cosche del lametino. Conoscendo le regole della ‘ndrangheta, Angela comprende sin da subito che per suo figlio non ci sarà scampo. L’11 luglio 2002 Santo Panzarella, all’epoca 29enne, scompare nel nulla e da quel momento per Angela inizia la sua battaglia alla ricerca della verità.



La scomparsa e l’uccisione del figlio Santo Panzarella

Gli inquirenti che indagano alla scomparsa di Santo Panzarella collegano subito il giallo al passato amoroso della madre Angela Donato, ma ben presto si scoprirà che dietro quella scomparsa c’è una relazione che la stessa vittima ha intrecciato con un capoclan della mafia. Santo fu sequestrato e infine ucciso. La richiesta di Angela Donato ai presunti assassini è solo una: riavere il corpo del figlio sul quale piangere. Quando questo le viene negato, la donna inizia la sua battaglia cercando di far luce sulle dinamiche del delitto del figlio, vittima di lupara bianca.



Alla ricostruzione ed alla dinamica dell’omicidio, come rammenta LacNews24, si arrivò dopo le rivelazioni di un pentito che avrebbe assistito all’uccisione di Panzarella e che ne indicò gli esecutori. Tre persone furono arrestate per il delitto del 29enne: Tommaso Anello, che avrebbe architettato l’omicidio per vendicare l’onore del fratello e Vincenzino e Giuseppe Fruci, accusati di omicidio e distruzione di cadavere.

La battaglia per la verità

Santo Panzarella, come emerse dalle indagini, non era del tutto estraneo a quegli ambienti che la madre Angela Donato conosceva bene. Il giovane era infatti considerato affiliato alla cosca Anello di Filadelfia. Nel luglio di quasi 20 anni fa fu attirato in una trappola in una zona industriale di Lamezia e qui sarebbe stato sparato in pieno viso. Secondo le ricostruzioni, ancora vivo sarebbe poi stato caricato in auto, portato altrove e fatto a pezzi. Grazie alle rivelazioni del pentito, nel 2006 fu ritrovata in un torrente una clavicola. I periti tuttavia asserirono che quell’osso era sì umano ma non aveva elementi sufficienti per ricondurlo a Santo.

Mamma Angela divenne negli anni una icona di coraggio e forza ed in tutti i modi tentò di non far calare mai il silenzio sulla scomparsa del figlio, anche svelando aspetti inediti delle dinamiche di ‘ndrangheta di cui era a conoscenza . Nel frattempo, nel 2009, i tre presunti assassini del figlio vennero assolti per non avere commesso il fatto ma questo non portò la donna ad arrendersi e a distanza di quasi 10 anni dalla sparizione del figlio tornò nella zona dove sarebbe stato ucciso arrivando a scavare a mani nude nel tentativo di trovarne i resti. “Finché avrò la forza di andare avanti non mi fermerò: voglio che la verità prima o dopo venga a galla. Sono una donna qualunque che lotta solo ed esclusivamente per la perdita di un figlio”, queste le parole di Angela Donato.