Angela Donato è la madre di Santo Panzarella: la sua storia è al centro della nuova puntata di “Cose nostre“, il programma in onda lunedì 8 giugno alle 23.50 su Rai1. Santo è scomparso nel luglio 2002: da allora di lui non si hanno più tracce. Santo era l’amante della moglie di un boss, una relazione che potrebbe essergli costata la vita. Angela è consapevole che il figlio è stato ucciso secondo quelle che sono le regole non scritte dell’ndrangheta, ma ancora oggi è alla disperata ricerca del corpo di Santo. Ai presunti assassini del figlio chiede solo di riavere il corpo di suo figlio, ma le è stato negato. Un “no” che ha spinto questa mamma coraggio a cercare con forza, grinta e coraggio la verità sulla terribile morte del figlio. La donna si appella disperatamente anche agli investigatori della squadra mobile di Catanzaro che durante le lunghe indagini ritrovano una clavicola e danno vita ad un processo. Ancora oggi però la donna chiede giustizia per la morte di Santo. La donna non si è mai rassegnata alle regole della malavita cercando sempre disperatamente con appelli accorati il cadavere del figlio. Nonostante gli appelli non abbiano mai avuto alcuna risposta, il cadavere senza vita di Santo viene ritrovato pochi anni dopo in una campagna di Francavilla Angitola.



Angela Donato, madre Santo Panzarella: “non mi fermerò”

Stando alle ricostruzioni fatte dalle indagini Santo Panzarella era uscito di casa per recarsi al Sert per trovare alcuni pezzi di ricambio per la sua Alfa Romeo 164. Durante il tragitto verso il Sert il ragazzo è stato avvicinato da tre componenti della cosca, suoi amici, che con la scusa di accompagnarlo a prendere i pezzi di ricambio per l’automobile l’hanno condotto in una area deserta. Qui i sicari lo avrebbe colpito con diversi colpi di pistola; il corpo senza vita di Santo sarebbe stato poi messo nel bagagliaio della sua auto e portato via. Angela Donato ancora oggi cerca giustizia: “non capisco come mai il risultato in sede di dibattimento sia stato capovolto e coloro i quali erano accusati di avere assassinato in modo barbaro mio figlio, per via della relazione che aveva allacciato con la moglie di un boss, siano stati assolti. Non capisco, e vorrei tanto poterlo fare”. In particolare la mamma coraggio si domanda come mai le parole di Francesco Michienzi, collaboratore di giustizia, non siano state ascoltate in aula visto che l’uomo dichiarò di aver assistito all’omicidio di Santo.” Michienzi è stato condannato a dieci anni di carcere, mentre presunti autori materiali dell’omicidio e i mandanti sono stati invece assolti” ha detto la donna che resta ferma sulle sue intenzioni : “finchè avrò la forza di andare avanti non mi fermerò; voglio che la verità prima o dopo venga a galla”.

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