È stata Angela Merkel a spianare la strada alla guerra in Ucraina? Se lo chiede il Wall Street Journal, partendo dalle polemiche attorno alla Gran Croce dell’Ordine al Marito che l’ex cancelliera tedesca ha ricevuto ad aprile a Berlino. L’assegnazione ne ha suscitate diverse, perché è stata la principale artefice degli accordi che hanno reso le economie di Germania e vicini dipendenti dalle importazioni di energia dalla Russia. Dopo l’annessione della Crimea nel 2014, si è adoperata per raddoppiare le importazioni di gas russi, una mossa che per i detrattori ha incoraggiato il Cremlino. Infatti, ritengono che i suoi stretti legami con Mosca siano in parte responsabili degli sconvolgimenti politici ed economici a cui stiamo assistendo oggi.
In effetti, le decisioni prese dalla Germania in materia di sicurezza nell’ultimo anno sono state interpretate come una sorta di ripudio della sua eredità. Berlino ha, infatti, annunciato un nuovo programma di aiuti militari da 3 miliardi per sostenere l’Ucraina nella guerra scatenata dalla Russia e nel prossimo vertice Nato dovrebbe discutere della possibilità di integrare Kiev nell’architettura di sicurezza europea, un’estensione dell’alleanza a cui Angela Merkel si è sempre opposta. Dopo l’invasione, la Germania è stata costretta a trovare fornitori energetici alternativi, con costi enormi per imprese, governi e famiglie.
“PUTIN HA POTUTO AGIRE SENZA LIMITI…”
La stessa Angela Merkel in un evento dell’anno scorso ricordò che, dopo la conquista della Crimea, Vladimir Putin le disse di voler distruggere l’Unione europea. Ciò non le ha impedito di portare avanti la costruzione del gasdotto Nord Stream 2, nonostante le veementi proteste degli Stati Uniti. Anzi, il governo dell’allora cancelliera approvò pure la vendita delle più grandi strutture di stoccaggio di gas della Germania a Gazprom, il gigante del gas controllato dallo Stato russo. Dopo l’invasione, Merkel ha difeso il progetto del gasdotto definendolo puramente commerciale, in quanto doveva scegliere tra l’importazione del gas russo a basso costo e il gas naturale liquefatto, che era più costoso. Eppure, Anders Fogh Rasmussen, allora segretario generale della Nato, la mise in guardia dal rendere la Germania ancor più dipendente da Putin. Wolfgang Schäuble e Frank-Walter Steinmeier, due ex ministri della Merkel, hanno espresso rammarico per il ruolo svolto in queste decisioni e, come riportato dal Wall Street Journal, ritengono che abbia permesso a Putin di agire senza porre alcun limite alle sue ambizioni imperiali che hanno portato alla guerra in Ucraina. Invece, l’ex cancelliera non ha mai riconosciuto i suoi errori e ha anche rifiutato di intervenire a WSJ, che comunque riconosce il fatto che all’epoca la strategia tedesca rifletteva la visione dominante dei politici e industriali tedeschi, secondo cui il commercio era la principale fonte di crescita dell’economia tedesca e non si potevano intrattenere rapporti solo con demarcazione di tipo occidentale.
MERKEL, LE IMPORTAZIONI DI GAS DALLA RUSSIA
Sebbene abbia condannato la guerra in Ucraina scatenata dalla Russia, Angela Merkel nei suoi pochi interventi sul conflitto ha suggerito di negoziare con Vladimir Putin. Mentre partivano le indagini sulle atrocità commesse dai russi a Bucha, dichiarò che il defunto cancelliere Kohl non solo avrebbe sostenuto l’Ucraina, ma avrebbe anche «pensato a ciò che ora sembra impensabile e inimmaginabile, ovvero come sviluppare nuovamente qualcosa di simile alle relazioni con la Russia». Un suggerimento che suscitò critiche perché ritenuto inappropriato all’epoca. Comunque, anche per Joachim Gauck, presidente tedesco al momento dell’invasione dell’Ucraina nel 2014, la decisione della Merkel di incrementare le importazioni di energia dalla Russia dopo l’aggressione di Putin fu un errore. «Alcune persone riconoscono i propri errori prima, altre più tardi». Stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, l’errore affonda le radici in un’altra decisione, quella di accelerare l’abbandono del nucleare deciso nel 2011 in risposta al disastro di Fukushima. Quel cambiamento radicale causò un deficit energetico che spinse la Germania a importare più energia, al miglior prezzo possibile. Secondo Fiona Hill, ex funzionario del Consiglio di Sicurezza Nazionale Usa e consigliere presidenziale per la Russia, pesa anche il veto del 2008 alla richiesta di Bush di far entrare l’Ucraina e la Georgia nella Nato. Si arrivò ad un invito aperto, senza alcun impegno specifico. «La cosa peggiore che avremmo potuto fare» secondo Hill, perché scatenò l’ira di Putin, senza che i due Paesi fossero protetti. Infatti, il presidente russo invase la Georgia nel 2008 prima di entrare in Ucraina.
ANGELA MERKEL, NESSUNA MARCIA INDIETRO
Dopo la prima invasione di Vladimir Putin in Ucraina, Angela Merkel cercò di negoziare una rapida soluzione, senza imporre sanzioni alla Russia, una mossa che deluse Kiev. Alcuni osservatori, spiega il Wall Street Journal, ritengono che l’assenza di linee rosse e la continua cooperazione economica con la Germania abbiano incoraggiato Putin a tentare una guerra in Ucraina su larga scala nel 2022. «Onestamente non vedo il motivo di dire qualcosa che non intendo assolutamente, solo per ammettere di aver commesso un errore», ha dichiarato l’ex cancelliera ad aprile quando le è stato nuovamente chiesto se avrebbe riconsiderato il suo rifiuto di ammettere di aver commesso degli errori sulla Russia.