La sua nuova vita, i possibili errori nella sua politica sulla Russia, il suo ruolo nella crisi dei rifugiati… Sono tanti i temi affrontati da Angela Merkel nell’intervista rilasciata a Zeit. Ha parlato anche dei tremori cominciati nel 2019 che hanno portato a diversi dibattiti sulle sue condizioni di salute. “Si era accumulata una forte tensione dentro di me. Aveva a che fare con la morte di mia madre. Ho avuto troppo poco tempo per accompagnarla nelle sue ultime settimane. Inoltre, faceva caldo e, come sempre, gli obiettivi delle macchine fotografiche erano puntati su di me come canne di fucile e all’improvviso mi hanno dato questa sensazione: sei completamente trasparente“. Ma quello è stato il segnale che le ha fatto capire che non ricandidarsi era la scelta giusta. “Naturalmente sono andata dal medico per assicurarmi che tutto fosse in ordine dal punto di vista neurologico, ero e sono interessata alla mia salute“.



Il suo cancellierato è stato fortemente caratterizzato dalla politica liberale dei rifugiati del 2015. “Ho ritenuto che la mia decisione di farli entrare fosse in linea con i nostri diritti e valori fondamentali“, ha spiegato Angela Merkel, che si è preoccupata comunque del rischio che potesse aver contribuito alla divisione del Paese con la sua politica. “Naturalmente ero preoccupata per questo. E naturalmente è sempre meraviglioso dal punto di vista politico quando il 90% è della stessa opinione, e preferibilmente anche della mia. Ma ci sono situazioni in cui non si possono evitare le polemiche. Ho aiutato le persone che si trovavano, per così dire, sulla soglia di casa nostra e, allo stesso tempo, con l’accordo UE-Turchia, tra le altre cose, ho contribuito ad andare alla radice delle cause della fuga“.



DAI MIGRANTI ALLA POLITICA SU RUSSIA E UCRAINA

Angela Merkel non si è pentita, dunque, della sua politica sui migranti, ma col senno di poi farebbe qualcosa di diverso: “Col senno di poi, avrei lavorato molto prima per evitare che una situazione come quella dell’estate 2015 si verificasse, ad esempio aumentando i contributi al Programma alimentare mondiale per i campi profughi nei Paesi limitrofi particolarmente colpiti dalla migrazione, come abbiamo fatto allora“. Nell’intervista a Zeit ha parlato anche della sua politica sulla Russia e sull’Ucraina. “Era un tentativo di prevenire proprio una guerra di questo tipo. Il fatto che non abbia avuto successo non significa che i tentativi siano stati sbagliati“. L’ex cancelliera tedesca ritiene “sbagliato l’avvio dell’adesione dell’Ucraina e della Georgia alla Nato, discussa nel 2008. Nessuno dei due Paesi aveva i prerequisiti necessari, né avevamo pensato fino in fondo a quali sarebbero state le conseguenze di una tale decisione, sia per quanto riguarda le azioni della Russia contro la Georgia e l’Ucraina, sia per quanto riguarda la Nato e le sue regole di assistenza“. Inoltre, ha ricordato che l’accordo di Minsk del 2014 (per le repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk, che si sono staccate dall’Ucraina sotto l’influenza russa) era “un tentativo di dare tempo all’Ucraina“. L’obiettivo era quello di prender tempo tramite un cessate il fuoco per raggiungere in seguito la pace tra Russia e Ucraina. “Era chiaro a tutti noi che si trattava di un conflitto congelato, che il problema non era stato risolto, ma è proprio questo che ha dato all’Ucraina tempo prezioso“. Ma allora perché rendersi dipendenti energicamente dalla Russia e accettare la costruzione del Nord Stream 2? “Da un lato, l’Ucraina ha attribuito grande importanza al fatto di rimanere un Paese di transito per il gas russo. Voleva che il gas passasse attraverso il suo territorio e non attraverso il Mar Baltico. Oggi, a volte si dice che ogni molecola di gas russo era il gas del diavolo. Non è stato così, il gas è stato conteso. D’altra parte, non è stato il governo tedesco a richiedere l’approvazione di Nord Stream 2, ma le compagnie. Quindi, per il governo federale e per me, il punto cruciale era decidere se fare una nuova legge come atto politico per negare esplicitamente l’approvazione del Nord Stream 2“.



MERKEL SU ENERGIA, GUERRA RUSSIA UCRAINA E CINA

Rifiutare la costruzione di Nord Stream 2 in combinazione con l’accordo di Minsk avrebbe peggiorato pericolosamente il clima con la Russia secondo Angela Merkel. “D’altra parte, la dipendenza energetica è nata perché c’era meno gas dai Paesi Bassi, dalla Gran Bretagna e una produzione limitata in Norvegia“, ha dichiarato l’ex cancelliera tedesca a Zeit. Poi si è lasciata andare ad una riflessione sulle cause dei problemi con la Russia. “La Guerra Fredda non è mai stata veramente conclusa perché la Russia non è stata sostanzialmente pacificata. Quando Putin ha invaso la Crimea nel 2014, è vero che è stato espulso dal G8. La Nato ha anche dislocato truppe negli Stati baltici per dimostrare che come Nato siamo pronti a difenderci. Inoltre, nell’alleanza abbiamo deciso di spendere il 2% del rispettivo prodotto interno lordo per la difesa“. Ma secondo Angela Merkel si doveva “reagire più rapidamente all’aggressività della Russia. Nonostante l’aumento, la Germania non ha raggiunto l’obiettivo del 2%“. L’altra sfida geopolitica è la Cina. “È un rivale, un concorrente e un partner allo stesso tempo. Trovare un giusto equilibrio sarà la grande questione diplomatica del futuro. Ma la guerra in Ucraina ha drammaticamente peggiorato le possibilità di salvare il clima, perché rischia di passare in secondo piano“. A proposito di quest’ultima, non fa previsioni. “Un giorno finirà con i negoziati. Le guerre finiscono al tavolo dei negoziati“. Ma l’ex cancelliera tedesca precisa: “C’è una differenza tra una pace dittatoriale, che io, come molti altri, non voglio, e colloqui aperti e amichevoli. Questo è tutto ciò che voglio dire al riguardo“.