Andrà in onda questa sera una nuova attesissima puntata di Onorevoli confessioni che porta negli studi Rai 2 di Laura Tecce alcuni dei più importanti e noti politici italiani soffermandosi oggi – tra gli altri – sulla figura di Angelo Bonelli, da sempre al fianco dei Verdi in ogni loro declinazione nazionale e sovranazionale e finito più volte al centro di numerose violente minacce per via delle sue battaglie a favore della legalità e dell’ambiente: un racconto intimo e profondo, che andrà a svelare tutti quei retroscena privati su Angelo Bonelli che vengono normalmente tenuti ben lontani della vita politica e – soprattutto – da quella mediatica.



In attesa di scoprire qualche interessante retroscena su Angelo Bonelli, tra queste righe possiamo soffermarci su quello che già sappiamo su di lui, partendo dal ricordare che è nato in quel di Roma – dove peraltro ha mosso i primi passi politici – nel luglio del 1962: non abbiamo grandi informazioni in merito al suo percorso accademico, ma di contro sappiamo per certo che attualmente è affiancato da una compagna, Chiara, con la quale ha avuto la piccola Viola che oggi dovrebbe avere quasi 8 anni.



La carriera politica di Angelo Bonelli: da Roma a Taranto, tra battaglie ambientali e minacce

Più lunga – invece – la descrizione della carriera politica di Angelo Bonelli a partire da alcune primissime esperienze incassate nel 1990 quando venne eletto per la prima volta consigliere comunale nelle 13esima circoscrizione di Roma tra le file – dicevamo già prima – dell’allora Federazione dei Verdi: il primo salto di ‘qualità’ arrivò tre anni più tardi grazie all’elezione a presidente circoscrizionale di Ostia e poi – ancora – a quella di consigliere regionale del Lazio. Nel 2006 Angelo Bonelli approda alla Camera diventando anche al contempo presidente del gruppo parlamentare dei Verdi, fino al 2009 in cui divenne presidente dell’intera Federazione e al presente in cui ne è diventato coordinatore nazionale.



Già nei suoi primissimi anni in politica Angelo Bonelli si è impegnate per la legalità nel romano disponendo l’abbattimento delle ville abusive costruite dalle mafie capitoline che – in tutta risposta – hanno prima incendiato la sua auto e poi la sua abitazione; mentre poi una volta passato al comune di Taranto (in cui è stato eletto consigliere, tentando anche la via del Sindaco senza successo) a causa delle sue battaglie contro l’Ilva contenute nell’inchiesta ‘Ambiente svenduto’ ha – prima – ricevuto una lettera minacciosa contenente un liquido sconosciuto e – poi – un coltello a serramanico allegato ad un altra missiva piena di minacce.