Angelo Borrelli ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera, nella quale ha spiegato che è fondamentale tenere ancora alta la guardia nella lotta contro il Coronavirus, in particolare al Sud, che potrebbe dover affrontare una situazione più critica nelle prossime settimane.
Il capo dipartimento della Protezione Civile ha voluto dunque come prima cosa chiarire che al momento è ancora impossibile dire quando usciremo dall’emergenza Coronavirus, è fondamentale quindi continuare a seguire le misure di contenimento che hanno evitato “un numero di morti decisamente superiore”.
Per Angelo Borrelli inoltre “la frenata dei positivi che necessitano di cure ospedaliere è un dato confortante, nei prossimi giorni avremo un piccolo margine per consentirci di affrontare un’eventuale recrudescenza della curva”. Circa le polemiche con le Regioni invece Borrelli ha tenuto a precisare che alcune criticità sono inevitabile in una simile emergenza, ma “l’importante è essere in grado di rispondere e superare tempestivamente le difficoltà che, mano a mano, si incontrano lungo il percorso”.
ANGELO BORRELLI E IL DIVARIO NORD-SUD
Angelo Borrelli ha anche analizzato il divario Nord-Sud, ricordando che la fuga di molte persone verso il Meridione è stato un atto gravissimo che ha contribuito a diffondere il contagio in tutte le Regioni italiane: “Ora la situazione nei territori del Nord resta la più drammatica, ma il Sud è ancora a rischio. Nessuno può e deve pensare di poter abbassare la guardia, il virus ha dimostrato di poter attraversare oceani e continenti”. Borrelli comunque evidenzia le eccellenti capacità dimostrate dall’Italia nell’affrontare l’emergenza Coronavirus: “La nostra organizzazione di Protezione Civile è modello per molti Paesi esteri che deve diventare un vanto per tutti noi. Un esempio ne sono i nostri volontari, la nostra colonna portante su cui, anche questa volta, abbiamo potuto contare sin da subito”. Serve però sensibilizzare tutta la popolazione, ad esempio con lo slogan ‘la protezione civile sei anche tu’, che Borrelli spiega così: “Non è solo una questione di rispettare le prescrizioni, ma di agire per il bene comune, oltre che per il proprio. Il nostro futuro, soprattutto in un momento come questo, non può essere lasciato al rimpallo tra l’indifferenza dei comportamenti individuali e la delega alle Istituzioni”.
BORRELLI LODA IL GIOCO DI SQUADRA PER IL BENE COMUNE
Due commissari, svariati ministri e un comitato tecnico scientifico, Presidenti di Regione, Prefetti, Sindaci e Aziende sanitarie, per Borrelli la presenza di tanti attori “non è una debolezza ma un punto di forza“, cioè lavorare insieme mettendo in campo ciascuno le proprie competenze. “Ricordo l’udienza dal Santo Padre quando ha auspicato che il principio di sussidiarietà, la base di tutta la nostra organizzazione, potesse ispirare altri settori della vita pubblica, per rispondere ai bisogni della popolazione nell’ottica del bene comune. Noi lo stiamo facendo”. La situazione che stiamo vivendo tra l’altro causerà molti problemi alle fasce più deboli della popolazione, dunque Borrelli invita a “un’attenzione particolare al sostegno psico-sociale“. Infine una proiezione verso il futuro, nel quale Borrelli immagina che non sarà così facile colmare il metro di distanza che ci separa dagli altri: “Dovremo essere abili a riavvicinarci all’altro gradualmente, senza perderne la fiducia, coltivando la tenerezza. Mi auguro che possa riemergere un sentimento di comunità e che il bene comune torni ad avere la giusta quota di attenzione e di cura”.