Angelo Bosco è lo storico pilota del Fiat G91 delle Frecce Tricolori, anche noto col nome di “Pony 10”: il velivolo qualche mese fa è stato trasportato dagli Stati Uniti, dove si trovava da tempo ed era a rischio rottamazione, all’Italia, dove ora è esposto. Il caccia è salvo soprattutto grazie al solista, che si è occupato personalmente dell’impresa. “È un vecchio amico ritrovato”, ha raccontato al Corriere della Sera.



La nuova casa del Fiat G91 color blu notte, l’unico sopravvissuto insieme a quello esposto alla base di addestramento di Rivolto, adesso è Volandia, il più grande museo aeronautico italiano alle porte di Malpensa. Per trent’anni, però, il caccia è rimasto nell’ombra del museo del volo di Seattle, nel dimenticatoio. Gli americani erano pronti a sbarazzarsene. Lo storico pilota, al contrario, non lo ha però mai dimenticato ed è per questo motivo che ha deciso di riportarlo in patria. Adesso è esposto, a disposizione degli appassionati, per cui è un vero e proprio monumento.



Angelo Bosco, pilota Fiat G91 delle Frecce Tricolori: il salvataggio del caccia

“Ho circa 28 mila ore di volo. Ma io preferisco dividerle tra le 25 mila totalizzate con tutti gli altri aerei su cui sono stato e le 3 mila a bordo di questo qui, un vecchio amico ritrovato”, ha ammesso ai microfoni del Corriere della Sera Angelo Bosco, lo storico pilota del Fiat G91 delle Frecce Tricolori. È stato proprio lui ad accogliere il caccia a Malpensa qualche mese fa, dopo che è stato smontato e trasportato da oltreoceano. Insieme hanno trascorso non poche avventure. “Proprio in uno di questi, durante una rassegna in Germania “Pony 10” mi salvò la vita quando fui colpito dai gabbiani”, ha ricordato.



Adesso il monumento aeronautico è visibile a chiunque lo desideri. Il solista delle Frecce, da parte sua, accoglie i visitatori con piacere. In particolare gli studenti, a cui non vede l’ora di raccontare tutti i segreti del suo “Pony 10”.