Angelo Branduardi, nella sua autobiografia, si definisce “cantore del mondo”. “Essendo un uomo inquieto, io cerco la pace, cerco la tranquillità. E il sogno: scrivo alle quattro, alle cinque del mattino, proprio perché in quelle ore non sei proprio in te”, racconta a La Verità. Parlando invece di religiosità, il cantautore spiega: “Io sono un uomo che vive di dubbi, quindi non sono dotato di fede granitica, ma d’altronde chi ha una fede granitica alla fin dei conti, spesso, manco se la merita. Perché se non fai un certo cammino, se non cadi, ti rialzi, credi, non credi… Lo stesso San Francesco si sente in certi momenti abbandonato”.
Proprio a San Francesco, Branduardi ha dedicato l’album “L’infinitamente piccolo”: “È stato un uomo straordinario, un poeta: ed è una cosa che dimenticano tutti, è stato il primo poeta della letteratura italiana. Poi mi ha interessato il fatto che tutto nasca dallo scandalo (mi riferisco a quando è si è spogliato di tutto ed è rimasto nudo davanti al padre). La creatività nasce spesso dal tormento e dallo scandalo”.
Angelo Branduardi: “Andare in giro a suonare mi aiuta contro la depressione”
Il successo internazionale ha stravolto la vita di Angelo Branduardi, che proprio per sfuggire alla logica del mercato, ha compiuto una scelta controcorrente: “Io ho fatto la rockstar per una ventina d’anni. Mi sono divertito. Poi è cambiato qualcosa. C’è proprio una data: un giorno sono andato a suonare alla Fête de l’Humanité a Parigi, con 120.000 biglietti venduti, più quella parte di pubblico che era entrata di straforo. C’era un palco incredibile. Ecco lì mi sono sentito per la prima volta a disagio. Quando poi c’è stata la festa con la consegna dei vari dischi d’oro, di platino eccetera, io avevo già deciso che non era più la mia strada. Venendo dalla musica classica e avendo avuto un grande successo internazionale, cosa che gli artisti italiani di solito non hanno, ho deciso di cambiare”.
Durante il Covid, Angelo Branduardi ha dovuto fare i conti con una forma di depressione: “Molto grave, sì. È qualcosa da cui sono entrato e uscito più volte, e andare in giro a suonare mi aiuta, mi fa stare bene”, spiega a La Verità. Dunque, continuerà a farlo “Finché schiatto. Finché ho le forze. Ho 73 anni, ho un buon fisico. All’ultimo check-up, che poi è l’unico che ho fatto, ero terrorizzato ma mi hanno detto che ero perfetto“.