“L’amore non basta per lenire il dolore”. Parole che lasciano spiazzati, in un’epoca in cui si vuole aggiustare tutto con un preteso abbraccio, con un sentimento che sfocia poi sempre o quasi nel sentimentalismo. No, non basta neanche l’amore quando il dolore è devastante. Non è cinismo, non è una sconfitta per l’umano: è una presa di coscienza della realtà umana, a cui niente basta. “Un lume non basta per portarmi la luce, tutto il pane non basta per saziare la fame, tutta l’acqua non basta per calmare la sete”. Vengono in mente le parole del Cristo, “non di solo pane vive l’uomo”. E ancora: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete”. Niente basta. C’è bisogno di un oltre, di un di più a cui anela l’uomo che ha un cuore grande, che non si accontenta di riempirlo di simboli, come diceva un tempo Francesco Guccini, “il cuore di simboli pieno”.
Su queste parole in un crescendo emozionante, che sbuca da rumori e versi di animali di una giungla chissà dove, spunta un coro angelico sorretto da un intreccio incalzante di percussioni che ripete Kyrie Eleison, Signore pietà.
E’ il nuovo brano di Angelo Branduardi, inciso in questi tempi di lockdown, come si usa fare dato il distanziamento sociale: uno strumento qui, un altro là. Dice lo stesso musicista: “A Trieste sono stati realizzati i cori, la batteria nello studio di Lele Melotti, pianoforte ed altro a casa di Fabio Valdemarin ed infine nel mio “Studio dell’Angelo” abbiamo inciso la mia voce, il mio violino ed eseguito il missaggio col supporto tecnico di Gabriele Rocchi”. Spiega anche come è nata questa canzone così particolare, che si basa su un intreccio incalzante di percussioni e batteria: “Kyrie Eleison (Signore abbi pietà)” è una melodia inedita, nata dalla citazione del Kyrie della “Missa Luba”, di tradizione congolese. Nella “Missa Luba” l’umanità canta in coro “Signore abbi pietà” e io nella parte che canto mi interrogo sulla Ricerca: c’è una Domanda e c’è una Risposta”. E’ il suo regalo di Natale, dice (disponibile sulle piattaforme digitali).
Che bello che in questa epoca di dolore ci sia qualcuno che ci tenga aperto il cuore con una domanda, “la” domanda e ci spinga a non accontentarci (il bel testo, come sempre, è opera della moglie dell’artista, Luisa Zappa).