Angelo Branduardi e Franco Battiato hanno condiviso un rapporto speciale, scandito dall’ammirazione reciproca e rinsaldato da una creatività musicale rara. Il loro legame era in un certo “spirituale”, così lo aveva definito l’amico Angelo Branduardi dopo la sua scomparsa, in una interessante intervista rilasciata a La Repubblica. “Senza la spiritualità la musica stessa non esisterebbe“, aveva raccontato il musicista, soffermandosi sui brani più belli e profondi di Franco Battiato.



“Ci sono brani come E ti vengo a cercare o La messa arcaica sono vie per l’elevazione”, aveva detto. Il loro primo incontro avvenne nel 1973 al festival rock di Villa Pamphili a Roma, in occasione di un concerto. “Io avevo 23 anni e solo l’anno dopo avrei debuttato con un disco, lui 28 e aveva inciso se non sbaglio Fetus e Pollution. La situazione non fu facile perché la folla era agitata”, aveva svelato in seguito Angelo Branduardi. 



Angelo Branduardi e l’aneddoto su Franco Battiato: “Quando ci tirarono di tutto”

Il loro fu dunque un primo incontro indimenticabile, non tanto per l’amicizia che da li a poco nacque tra loro, quanto per la situazione delicata che i due artisti si trovarono costretti ad affrontare: “Contro di noi volarono bottiglie, lattine, zolle di terra. Alla fine però portammo a casa la pelle (ride, ndr). Ricordo benissimo la scena: Franco non stava sul palco con Camisasca ma suonava una piccola tastiera elettronica nascosto dietro le quinte”, il ricordo ancora vivo di Branduardi anche a tanti anni da quell’episodio.



Avevano tante cose in comune, a partire dalla spiritualità”, ha spiegato orgoglioso Branduardi, menzionando anche Camisasca che appunto “era musicalmente parlando una sua creatura. Più tardi si sarebbe fatto monaco, ritirandosi in un monastero”.