Angelo Burzi, l’ex consigliere della Regione Piemonte, prima di suicidarsi la notte di Natale avrebbe scritto una lettera d’addio ad alcuni amici per spiegare il motivo del gesto estremo. Burzi, ex assessore regionale del Centrodestra, lo scorso 14 dicembre Angelo Burzi era stato condannato a 3 anni nell’ambito del processo per presunte irregolarità nell’utilizzo dei fondi destinati al funzionamento dei gruppi del Consiglio regionale. Nello scritto prima della morte il 73enne si è dichiarato ancora una volta totalmente innocente.
Le parole di Burzi, giunte ad Ansa tramite una mail, sono chiare e dure: “Non sono più in grado di tollerare ulteriormente la sofferenza, l’ansia, l’angoscia che in questi anni ho generato oltre che a me stesso anche nelle persone che mi sono più care. Esprimo la mia protesta più forte interrompendo il gioco, abbandonando il campo in modo definitivo”. L’uomo, trovato morto nella sua casa di Piazza Castello a Torino con un colpo di arma da fuoco in testa, aveva lasciato alcune lettere destinate anche alla moglie e alle due figlie per spiegare i motivi dietro al suicidio.
BURZI, L’ATTACCO NELLA LETTERA PRIMA DEL SUICIDIO
Nella lunga lettera giunta all’Ansa e scritta da Angelo Burzi prima del suicidio, l’ex consigliere della Regione Piemonte ha ripercorso la vicenda Rimborsopoli e la condanna in appello per peculato a tre anni: “Serve fare un non esaustivo elenco dei personaggi che maggiormente hanno contraddistinto in maniera negativa questo mia vicenda in quasi dieci anni. Dapprima i giudici del primo processo d’appello, i quali, con una sentenza che definire iniqua e politicamente violenta è molto poco, azzerarono la sentenza di primo grado che mi vide assolto per insussistenza del fatto dopo due anni di dibattimento in aula. Poi l’uomo nero, il vero cattivo della storia, il sostituto procuratore che dall’inizio perseguì la sua logica colpevolista, direi politicamente colpevolista”.
Roberto Cota, ex presidente della Regione Piemone e anche lui condannato nell’ambito Rimborsopoli, dopo il suicidio nella notte di Natale dell’amico Burzi aveva commentato: “Angelo era intelligente, ma soprattutto di grande onestà e rettitudine. Ha vissuto con profonda ingiustizia Rimborsopoli, sulla quale credo sia ora necessario un approfondimento. In questi anni ho cercato di stargli accanto, ma ognuno reagisce a modo proprio Angelo non si dava pace della ingiustizia con cui è stata gestita la vicenda Rimborsopoli, una delle pagine più incredibili della recente storia giudiziaria che, tra l’altro, ha portato ad un inspiegabile differenza di risultati rispetto a spese assolutamente uguali e anche a sentenze diverse su fatti analoghi”.