Angelo Caloia, l’ex Presidente della Banca del Vaticano (Istituto Opere Religiose), è stato condannato a 8 anni per peculato e riciclaggio nel processo “storico” presso la Santa Sede contro i reati economici allo Ior. A riportarlo l’Adnkronos con la conferma degli 8 anni ricevuti da Caloia per peculato e riciclaggio: l’ex Presidente Ior, a processo assieme all’avvocato dell’Istituto Gabriele Liuzzo, era accusato di essersi appropriati tra il 2001 e il 2008 di parte dei proventi della dimissione di oltre il 70% del patrimonio immobiliare della banca vaticana e delle controllate italiane (oggi fuse all’interno nella Sgir).



81 anni, ex n.1 Ior tra il 1089 e il 2009 ma anche ex Presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, da mesi si attendeva il pronunciamento del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano dopo la richiesta degli 8 anni di condanna posta dal Promotore di Giustizia: la decisione del rinvio a giudizio è stata adottata negli scorsi mesi all’esito delle indagini avviate nel 2014 a seguito di una denuncia presentata dallo stesso Ior.



IL PROCESSO STORICO IN VATICANO

Come giustamente nota l’Adnkronos, il processo ai danni di Caloia è davvero senza precedenti nella storia del Vaticano in quanto è il primo posto per reati “economici” contro vertici di enti vaticani: non si tratta infatti di uno scandalo nato e indagato all’estero e poi portato in secondo tempo nella Santa Sede, ma è sorto da indagini interne delle autorità vaticane dopo la denuncia del Promotore di Giustizia. Il presidente del Tribunale vaticano Giuseppe Pignatone aveva già sottolineato lo scorso dicembre che la parola fine alla sentenza sarebbe giunta entro la giornata di oggi, 21 gennaio: «Con questo pontificato, con questa dirigenza dello Ior, in particolare con il direttore generale Mammì, si è privilegiata una soluzione che sia una soluzione di giustizia e non di economicità» ha spiegato l’avvocato Alessandro Benedetti che rappresentava lo Ior nel processo ad Antonio Caloia, «Si è voluto fare luce su quanto accaduto: mi sembra che questi ultimi anni, questo pontificato e questa dirigenza dello Ior indichino chiaramente che determinate condotte non sono accettabili, che verso le condotte opache c’è tolleranza zero».

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