Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira sono gli autori del massacro del Circeo, vicenda al centro della fiction di Rai 1 in onda oggi, risalente alla notte tra il 29 e il 30 settembre 1975 che vide vittime Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, due giovani di 19 e 17 anni rapite, stuprate e seviziate per 36 ore fino alla morte della prima. I killer credevano che anche la seconda fosse ormai senza vita e caricarono entrambe nel bagagliaio di una Fiat 127 con l’intenzione di disfarsi dei corpi. Prima, però, si fermarono per cena a Roma e Donatella Colasanti approfittò di quel momento per cercare di attirare l’attenzione di qualcuno. Un metronotte si accorse dei lamenti provenienti dalla vettura e lanciò l’allarme, portando alla scoperta di un orrore senza precedenti: dentro il portabagagli, Donatella Colasanti ricoperta di sangue e lividi, ma ancora viva, accanto a lei il cadavere dell’amica uccisa nella villa di uno degli aguzzini al culmine di una serie sconcertante di violenze.



All’epoca, i tre responsabili del massacro del Circeo, Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira, avevano rispettivamente 20, 19 e 22 anni. Provenivano da famiglie agiate della borghesia capitolina: il primo era uno studente di Medicina, il secondo era iscritto alla Facoltà di Architettura e il terzo era figlio di un imprenditore edile. Tutti e tre vicini ad ambienti neofascisti e missini, tutti e tre figli della Roma bene noti come “i pariolini”. Izzo aveva alle spalle precedenti per rapina e stupro, dopo il massacro del Circeo e la condanna all’ergastolo, nel 2005, ottenuta la semilibertà, tornò ad uccidere. Gianni Guido fu condannato a 30 anni di carcere, libero dal 2009 grazie a sconto di pena e indulto. Andrea Ghira non fu mai catturato: latitante all’estero, dopo essere riuscito a fuggire prima dell’arresto grazie a una soffiata, secondo la ricostruzione ufficiale morì in Marocco nel 1994 senza aver trascorso nemmeno un istante in carcere. Stando a quanto emerso, Andrea Ghira avrebbe adottato una falsa identità, sotto il nome di Maximo Testa de Andres, e gli esami sul Dna del cadavere sepolto in una tomba scoperta a Melilla avrebbero confermato il decesso.



Angelo Izzo: il duplice omicidio durante la semilibertà dopo il massacro del Circeo e il matrimonio in carcere

Angelo Izzo è senza dubbio il più noto dei massacratori del Circeo, il profilo più oscuro e inquietante per via del curriculum criminale che incornicia la sua storia. Nel 2004 Angelo Izzo ottenne la semilibertà e il 28 aprile 2005 rapì e uccise ancora. Vittime la 49enne Maria Carmela Linciano e la 14enne Valentina Maiorano, moglie e figlia del pentito della Sacra Corona Unita Giovanni Maiorano che Angelo Izzo conobbe in carcere a Campobasso. Un duplice omicidio per cui “l’angelo della morte“, come fu ribattezzato il killer, incassò una nuova condanna all’ergastolo nel 2007.

Nel 2010, Angelo Izzo si sposò in carcere con la giornalista Donatella Papi, dalla quale avrebbe successivamente divorziato. L’ex moglie dell’assassino del Circeo disse apertamente di essersi innamorata di lui quando aveva 18 anni e di aver “guardato oltre” i crimini di cui suo marito si era macchiato. Donatella Papi, ricostruisce Repubblica, è l’ex nuora di Amintore Fanfani e in prime nozze aveva sposato il figlio del famoso statista democristiano. Intervistato dal Corriere della Sera, Angelo Izzo tracciò un bilancio della sua sfera sentimentale in costanza di detenzione: “C’è una cosa di cui un po’ mi vergogno. Quando ho divorziato da Donatella Papi, ex signora Fanfani, ho preso corrispondenza con una ragazza molto giovane, bellissima in tutti i sensi. Ci siamo scritti per un paio di anni e io me ne sono innamorato. Forse era tutta una fantasia visto che era un rapporto virtuale. Ma lei ha fatto breccia nel mio cuore. Poi la cosa è finita. E io sono stato malissimo, anche fisicamente (…)“. In merito agli omicidi commessi, Angelo Izzo rese una dichiarazione in particolare: “Potrà sembrare assurdo, ma considero gli autori dei femminicidi dei miserabili. Mi danno idea di quei tipi che pigliano gli schiaffi al bar, poi vanno a casa e se la prendono con le loro donne, magari con i figli. Quando ero ragazzo ho commesso stupri e ho ucciso alcune donne, ma l’ho fatto con lo stesso spirito con cui mi potevo impadronire di denaro o gioielli. Odio la società patriarcale. Chiunque mi conosce sa che non ho niente del misogino“.