C’è grande attesa per il vaccino italiano Reithera, a fare il punto della situazione sul farmaco “made in Italy” ci ha pensato il professor Angelo Pan a Oggi è un altro giorno. Il direttore Malattie Infettive di Cremona sta sperimentando il vaccino ed ha evidenziato: «Stiamo facendo la sperimentazione e abbiamo concluso l’arruolamento della fase II. Nella prima fase sono stati trattati un centinaio di pazienti per valutarne la tossicità, nella seconda fase sono stati arruolati 900 volontari e abbiamo valutato due dosi differenti rispetto a un placebo. Se tutto andrà bene, avremo la terza fase entro l’estate». Con la fase III «si passerà da una sperimentazione con 900 pazienti a una sperimentazione con 10 mila pazienti, per valutare se e quanto funziona il vaccino e quanto è tossico».
«La sperimentazione è ancora abbastanza precoce, nei pazienti che abbiamo trattato noi non ci sono stati problemi particolari, se non febbre o arrossamento. Gli effetti collaterali gravi che abbiamo sentito in questi giorni sono così rari che è poco probabile che si verifichino durante una sperimentazione anche di fase III», ha aggiunto l’infettivologo Angelo Pan, che si è poi soffermato sulle defezioni registrate: «Qualcuno non ha voluto fare Astrazeneca, noi in provincia di Cremona abbiamo vaccinato 53 mila persone e la cosa decisamente positiva è che è stato vaccinato più del 90% del gruppo di persone over 80. Questa fetta di popolazione, la più ad alto rischio di morte, nella provincia di Cremona è quasi completamente protetta». Per quanto riguarda i numeri, «il 2-3% non ha voluto fare Astrazeneca, per fortuna sono poche».
ANGELO PAN SUL VACCINO ITALIANO REITHERA
Angelo Pan
si è poi soffermato sull’importanza dell’arrivo del vaccino Reithera: «Un vaccino italiano, sperimentato e prodotto in Italia, ci permetterà di avere una produzione locale, non so ancora quale sarà la nostra capacità produttiva, ma riuscire a produrre in sede un vaccino anti-Covid è estremamente importante. Non sappiamo quante dosi di vaccino saranno necessarie in futuro – se sarà necessario un richiamo ogni anno o ogni due anni – ma non finisce qui con il primo giro purtroppo: questo virus non è simpatico». «Non sappiamo ancora se è meglio fare una singola dose oppure la stessa quantità di vaccino dividerla in due somministrazione. Stiamo studiando in queste settimane, lo scopriremo più avanti, penso tra poco perché i dati sono stati raccolti», ha rimarcato il professor Angelo Pan: «Entro l’estate dovremmo arruolare tutti i pazienti della fase III, non ci vorrà tanto tempo. Noi abbiamo aperto 4 giorni e abbiamo arruolato i 40 pazienti previsti per il nostro centro su oltre 400 proposte. Non credo che sarà difficile trovare dei volontari per il vaccino».