Angelo Pessina e Francesco Defendi sono tra i protagonisti di Nuovi Eroi, il programma che racconta gli eroi del nostro tempo, ossia cittadini insigniti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. I due bergamaschi, Angelo Pessina, 57 anni e Francesco Defendi, 55 anni, sono stati insigniti del titolo di Ufficiali dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana con la seguente motivazione: “per il coraggio e l’altruismo con cui, a proprio rischio, sono intervenuti in soccorso dei passeggeri del velivolo privato che, nel settembre 2019, in provincia di Bergamo, è precipitato al suolo, prendendo fuoco”.



A settembre 2019 entrambi si sono ritrovati davanti all’Aeroclub Taramelli, il velivolo privato Mooney M-20 precipita al suolo. “Nonostante le fiamme e il fumo intenso, hanno aperto le portiere e tirato fuori il pilota, Stefano Mecca, e le figlie Chiara e Silvia. Purtroppo, a seguito delle deflagrazioni, non sono riusciti ad estrarre la terza figlia, Marzia, che, incastrata tra le lamiere, già non dava segni di vita. A seguito delle ferite riportare, il 28 ottobre scorso, è deceduto anche il Signor Stefano Mecca” si legge nella nota del Quirinale.



Angelo Pessina e Francesco Defendi: “peccato non aver potuto salvare anche Marzia”

Angelo Pessina e Francesco Defendi hanno raccontato quei terribili momenti che li hanno visti estrarre dalle lamiere del velivolo privato Mooney M-20 a Bergamo. “Ho fatto uno scatto e sono arrivato sul posto prima di lui. Ho estratto Chiara, che era riuscita a sfondare il finestrino, e l’ho passata al mio amico. Poi ho fatto lo stesso con Silvia. Erano annerite dal fumo” – ha raccontato Angelo Pessina che ha aggiunto – “poco dopo è uscito anche Stefano, il papà che era alla guida, cosciente ma distrutto psicologicamente e fisicamente. Infatti è morto dopo qualche giorno.



Rimase accanto al mezzo, forse sperando di poter fare qualcosa per l’altra figlia, Marzia, ancora all’interno. Allora l’ho preso e l’ho portato via. Aveva gli abiti in fiamme e mi sono bruciato il braccio, qui dove ho la cicatrice”. La cerimonia di consegna è stata una grandissima emozione come ha raccontato Defendi: “che emozione la cerimonia a Roma”.