Nel giorno del Battesimo di Gesù, dopo aver celebrato il sacramento in Cappella Sistina con 32 bimbi ‘nuovi cristiani’, Papa Francesco si è affacciato come di consueto dal balcone in Piazza San Pietro per l’Angelus della domenica 12 gennaio 2020. Nel solco del Vangelo e chiudendo il periodo del Natale e dell’Epifania, il Santo Padre ha indicato la “via” tracciata da Giovanni Battista nel giorno del Battesimo sul Giordano al “cugino” Figlio di Dio: «La liturgia di quest’anno ci propone l’evento del battesimo di Gesù secondo il racconto del Vangelo di Matteo (cfr 3,13-17).L’evangelista descrive il dialogo fra Gesù, che chiede il battesimo, e Giovanni Battista, che vuole rifiutarsi», sottolinea il Papa all’inizio dell’Angelus, riportando poi la decisione “paradossale” fatta dal Cristo verso San Giovanni «il Messia non ha bisogno di essere purificato; è Lui invece che purifica. Ma Dio è il Santo, le sue vie non sono le nostre, e Gesù è la Via di Dio, una via imprevedibile. Ricordiamo che Dio è il Dio delle sorprese». Una distanza “abissale”, “incolmabile” tra Giovanni e Gesù eppure da lui va a farsi battezzare iniziando i suoi tre anni di vita pubblica.



VIDEO ANGELUS PAPA FRANCESCO: IL BATTESIMO E L’UMILTÀ

«Il Figlio di Dio è venuto proprio per colmare questa distanza fra l’uomo e Dio. Se Gesù è tutto dalla parte di Dio, è anche tutto dalla parte dell’uomo, e riunisce ciò che era diviso. Per questo Egli replica a Giovanni: “Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia”», spiega ancora Papa Francesco nell’Angelus da Piazza San Pietro. Dopo aver citato Isaia e la profezia sulla «giustizia del Servo di Dio», il Santo Padre illustra quel senso di festa che accomuna il Battesimo di Gesù con quello di ciascuno dei cristiani: «Questa festa del battesimo di Gesù ci fa ricordare il nostro Battesimo. Anche noi siamo rinati nel Battesimo. Nel Battesimo è venuto lo Spirito Santo per rimanere in noi. Per questo è importante sapere qual è la data del mio Battesimo». Un evento che ci rende tutti “discepoli”, perché figli: ed è qui che il Papa si sofferma sulle “qualità” di questi fedeli «Non è un buon discepolo quello che si pavoneggia. Il buon discepolo è quello umile, mite, quello che fa il bene senza farsi vedere. Nell’azione missionaria, la comunità cristiana è chiamata ad andare incontro agli altri sempre proponendo e non imponendo, dando testimonianza, condividendo la vita concreta della gente». Con l’augurio finale a tutti i cristiani battezzati e battezzandi, Papa Francesco ricalca quanto detto questa mattina nella breve omelia in Cappella Sistina davanti alle famiglie dei 32 bimbi appena entrati nella famiglia di Dio: «Voi portate i vostri figli oggi, [perché abbiano] dentro lo Spirito Santo. E abbiate cura che crescano con la luce, con la forza dello Spirito Santo, mediante la catechesi, l’aiuto, l’insegnamento, gli esempi che voi darete a casa… Questo è il messaggio».

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