ANGELUS SANTO STEFANO CON PAPA FRANCESCO: “IL SANGUE DEI MARTIRI È SEME PER I CRISTIANI”
Subito dopo Natale si festeggia Santo Stefano, il primo martire della storia cristiana: così Papa Francesco nella catechesi prima dell’Angelus sottolinea, «per la sua generosa integrità Santo Stefano non poteva che testimoniare ciò che aveva di più prezioso, ovvero testimoniare la fede di Gesù. E questo scatenò l’ira dei suoi avversari che lo uccisero a lapidare, il tutto davanti al giovane Saulo che farà da garante delle persecuzioni». Tra Santo Stefano e il giovane poi futuro San Paolo sembra esserci un muro, «eppure c’è qualcosa di più forte che li unisce. Attraverso la testimonianza di Stefano, il Signore sta preparando nel cuore di Saulo la conversione che lo porterà ad essere un grande apostolo».
Il coraggio, la fede e il perdono in punto di morte testimoniato da Santo Stefano non sono affatto vani: «il sangue dei martiri è seme per i cristiani. Nei peggiori momenti dove tutto sembra perduto, quel seme agisce ancora». Papa Francesco parla delle persecuzioni contro i cristiani nel mondo anche oggi, duemila anni dopo: «uccisi per Gesù, offesi per il solo essere cristiani, questi fratelli e sorelle possono sembrare dei falliti ma non è così, il seme di quei sacrifici che sembra morire in realtà porta germoglio e frutto perché Dio attraverso di loro continua ad operare prodigi per salvare l’umanità». L’augurio rilanciato da Papa Francesco prima della recita dell’Angelus 26 dicembre 2023 è che anche oggi la Madonna con l’esempio dei martiri possa aiutare ogni cristiano nell’arduo compito di testimoniare la fede e scoprire il proprio ruolo nel disegno divino.
IL MESSAGGIO DI PACE DOPO L’ANGELUS
«Rinnovo l’augurio di pace e di bene che scaturisce dal Natale del Signore», spiega Papa Francesco dopo la recita dell’Angelus in Vaticano per la festa di Santo Stefano. «Continuate a pregare per il Papa e nel segno della testimonianza di Santo Stefano sono vicino alle comunità cristiane che soffrono per le discriminazioni, lottando per la giustizia e la libertà religiosa», aggiunge il Santo Padre.
Papa Francesco infine rinnova l’appello di pace contro le guerre nel mondo: «abbiamo visto la Siria, vediamo Gaza, la martoriata Ucraina, è un deserto di morte. I popoli vogliono la pace, preghiamo e lottiamo per la pace». Papa Francesco rivolge infine il saluto a pellegrini, romani e associazioni presenti davanti al Presepe in Piazza San Pietro: «sostate quel Presepe simile a quello di San Francesco a Greccio, lasciamoci colpire dallo stupore davanti alla nascita del Signore. Uno stupore che si fa adorazione».
ANGELUS DI PAPA FRANCESCO PER SANTO STEFANO 2023: INFO DIRETTA VIDEO STREAMING E TV
Si rinnova anche oggi la tradizione della Chiesa subito dopo il Santo Natale: l’appuntamento è con l’Angelus di Papa Francesco nel giorno di Santo Stefano Protomartire della Chiesa, come sempre alle ore 12 dal balcone di Piazza San Pietro. La recita dell’Angelus di Santo Stefano, accompagnata dal messaggio di Papa Francesco subito dopo la benedizione Urbi et Orbi professata ieri all’intera cristianità, sarà possibile seguirlo in diretta tv su Rai 1 e Tv2000 e in diretta video streaming sul canale YouTube di Vatican News e Raiplay-Rai 1.
Con due guerre internazionali che continuano ad imperversare tra Medio Oriente ed est Europa, con il problema della fame e della povertà mondiale, Papa Francesco ritornerà oggi durante l’Angelus di Santo Stefano a rivolgersi alla cristianità, portando davanti l’esempio e la testimonianza del Protomartire cristiano per eccellenza. «Dio ama così e anche a noi ci chiama a fare lo stesso: accogliendo, proteggendo e rispettando gli altri. Pensare a tutti, pensare a chi è emarginato, a chi in questi giorni è lontano dalla gioia del Natale. Pensiamo a tutti con la gentilezza di Dio. Ricordare questa parola: la gentilezza di Dio», spiegava Papa Francesco nell’Angelus della Vigilia di Natale.
CHI ERA SANTO STEFANO, PROTOMARTIRE DELLA CHIESA: LA FESTA OGGI 26 DICEMBRE
In attesa dell’Angelus in diretta con Papa Francesco, occorre fissare per bene chi sia l’autentico protagonista della festa celebrata ogni anno dalla Chiesa Cattolica il 26 dicembre: Santo Stefano è stato Diacono e testimone di Gesù nei primissimi anni successivi alla Resurrezione del Figlio di Dio, riconosciuto nella storia della cristianità come autentico primo martire morto difendendo la fede in Cristo. Da tradizione, la Chiesa il giorno dopo la celebrazione del Natale – con cui Gesù ha cominciato la sua opera nel mondo – concede gli onori della memoria storica a chi per primo è morto per annunciare la verità di quel “Figlio dell’Uomo” nato a Betlemme 2023 anni fa.
Santo Stefano, il discepolo per primo morto nel nome di Gesù di Nazareth, venne condannato dai Giudei e dal sommo sacerdote Caifa, lo stesso che poche settimane prima inviò il Cristo da Ponzio Pilato per la crocifissione. «Quelli, alzando grandi grida, si turaron le orecchie e tutti insieme gli si avventarono addosso e trascinatolo fuori della città si diedero a lapidarlo, deponendo le loro vesti ai piedi d’un giovane chiamato Saulo. E lapidarono Stefano che pregava dicendo: “Signore Gestì, ricevi il mio spirito”, e ad alta voce: “Signore, non imputare loro questo peccato”», si legge negli Atti degli Apostoli, il medesimo passo contenuto nella Prima lettura della Liturgia del 26 dicembre.
L’ANGELUS DI SANTO STEFANO DELLO SCORSO ANNO: PAPA FRANCESCO E IL PERDONO
Il legame tra Santo Stefano e la storia della cristianità è splendidamente ricordato dal Papa Emerito Benedetto XVI – tra pochi giorni ricorre il primo anno dalla morte di Joseph Ratzinger – durante l’Angelus di Santo Stefano 2007: «Il legame profondo che unisce Cristo al suo primo martire Stefano è la Carità divina: lo stesso Amore che spinse il Figlio di Dio a spogliare se stesso e a farsi obbediente fino alla morte di croce (cfr Fil 2,6-8), ha poi spinto gli Apostoli e i martiri a dare la vita per il Vangelo. Bisogna sempre rimarcare questa caratteristica distintiva del martirio cristiano: esso è esclusivamente un atto d’amore, verso Dio e verso gli uomini, compresi i persecutori».
Nell’Angelus di Santo Stefano recitato lo scorso 26 dicembre 2023, Papa Francesco sottolineò il forte valore di testimonianza che il perdono cristiano “passa” dalla vicenda storica del discepolo massacrato per la sua fede: «la parola martire significa testimone: i martiri sono testimoni, cioè fratelli e sorelle i quali, attraverso le loro vite, ci mostrano Gesù, che ha vinto il male con la misericordia». Ognuno di noi può migliorare la testimonianza attraverso la carità, la fedeltà alla Parola di Dio e il perdono: così Papa Francesco concluse l’Angelus lo scorso anno invocando la centralità del perdono nello spirito cristiano ereditato anche tramite Santo Stefano Protomartire, «È il perdono a dire se davvero pratichiamo la carità verso gli altri e se viviamo la Parola di Gesù. Il “per-dono” è infatti, come indica la parola stessa, un dono più grande, un dono che facciamo agli altri perché siamo di Gesù, perdonati da Lui. Io perdono perché sono stato perdonato: non dimentichiamo questo».