Piatti all’anguilla, scattano le proteste

Un pasto esclusivo creato da cinque dei migliori chef del mondo alla Madrid Fusion, un vertice gastronomico globale. Gli chef hanno preparato un pasto di 16 portate costellato di caviale, gamberi rossi e tartufo nero, ma due piatti erano a base di anguilla. L’ingrediente utilizzato ha scatenato polemiche: si tratta infatti di un animale a rischio estinzione. “Sono rimasto sorpreso”, ha affermato Miguel Clavero Pineda, uno scienziato senior presso il Consiglio nazionale delle ricerche spagnolo. “È come se non ci fosse consapevolezza che questa è una specie sull’orlo dell’estinzione”, ha spiegato ancora l’esperto, come spiega The Guardian.



Da qui si è aperto un dibattito sull’utilizzo dell’anguilla nella cucina europea: si tratta di un pesce in pericolo di estinzione la cui popolazione è diminuita di oltre il 95% dagli anni ’80. Clavero Pineda ha proseguito: “Nessun ristorante penserebbe mai di includere la lince iberica nel suo menù. Ma stiamo mangiando anguille”. L’uso delle anguille nella cucina europea, secondo The Guardian, è cominciato in un periodo in cui questo erano abbondanti nei fiumi, nei torrenti e nei laghi di tutto il continente. Circa 5.500 tonnellate di anguilla vengono prodotte ogni anno dalle operazioni di acquacoltura in tutta Europa e circa 1.000 tonnellate catturate in natura ogni anno.



Gli appelli degli scienziati

Nelle operazioni di acquacoltura, vengono catturate quasi esclusivamente anguille giovani in natura, come spiegato da Margreet van Vilsteren, una delle fondatrici dell’olandese Good Fish. Secondo gli scienziati, sarebbe necessario un divieto di cattura di anguille: appello che al momento non è stato ascoltato dalle autorità e dai politici, che continuano a consentirla. “È una decisione politica, non una decisione scientifica. C’è un’enorme spinta di lobbying da parte del settore. Perché altrimenti nessuna attività di pesca sarebbe consentita” ha spiegato Van Vilsteren, la cui fondazione sconsiglia da tempo di mangiare anguille europee.



“Se esistesse un’anguilla sostenibile, sarei il primo a raccomandarla. Ma questa è una specie in via di estinzione” ha proseguito ancora il ricercatore. Si stima inoltre che ogni anno circa 100 tonnellate di anguilla vengano contrabbandate fuori dall’Unione europea: questo perché la criminalità organizzata tenta di aggirare il divieto del 2010 sul commercio di anguille europee al di fuori dell’UE. Sarebbero 3 miliardi di euro all’anno i profitti illegali: elevata la domanda in Asia. Clavero Pineda, ancora, ha spiegato: “Meno anguille ci sono, più alto è il prezzo. E questo porta a un ulteriore sfruttamento eccessivo. È questo ciclo di estinzione antropogenico in cui un animale scarso diventa molto apprezzato e le persone pagano un sacco di soldi per averlo”.