Il presidente del consiglio Mario Draghi, è pronto a dare una spinta alla scuola, e fra i piani in programma vi sarebbe quello di rimodulare l’orario scolastico anche attraverso un allungamento del calendario fino a luglio, per recuperare le poche ore fatte in presenza quest’anno. Un’ipotesi che è stata commentata da Marcello Pacifico, presidente di Anief, Associazione nazionale insegnanti e formatori.
“L’allungamento del calendario scolastico per recuperare le ore di lezioni in presenza perse deve essere inteso come un atto volontario e da includere come attività aggiuntiva con compenso ulteriore – afferma a Orizzontescuola.it il sindacalista – se il recupero è inteso come attività aggiuntive retribuite e in maniera volontaria, un po’ come avvenuto a settembre, va bene. Se invece questo recupero va inteso che il lavoro che si sta facendo in questo momento non viene preso in considerazione allora non siamo d’accordo“.
ANIEF: “RITORNO A SCUOLA AL 100%? DIFFICILE ORA…”
“Ricordiamo al premier Draghi – ha proseguito il sindacalista di Anief sulla questione allungamento calendario – che c’è un contratto integrativo firmato dalle Organizzazioni sindacali e dal ministero sulla didattica integrata. Il contratto disciplina quello che la legge prevedeva, cioè il fatto che tutta la didattica a distanza fatta sia valutabile ai fini degli scrutini finali”. Draghi ha parlato anche di un’implementazione degli strumenti digitali nella didattica in presenza, e su questo punto Pacifico storce un po’ il naso: “Evidentemente la pandemia ha portato il mondo della scuola a confrontarsi con la tecnologia. La dad dovrà essere sempre considerato uno strumento funzionale e integrativo all’attività didattica in presenza. Sembrerebbe un controsenso quindi rispetto alla volontà di allungare il calendario scolastico”. Infine, sul ritorno a scuola in presenza al 100%, Pacifico non sembra così fiducioso: “Ritengo che la scoperta di una nuova variante in Inghilterra, contro la quale sarebbe inefficace il vaccino Astrazeneca, l’ulteriore scoperta di un’altra variante a Napoli, ci deve far riflettere. Serve prudenza e soprattutto non è più rimandabile un investimento sulla pianta organica e sul reclutamento del personale. Altrimenti non ne usciremo più da questa situazione”.